Livorno - Altro giorno, nuove polemiche. L’alba della nuova stagione del Livorno è a dir poco turbolenta. All’indomani del “caso logo” nella mattinata di mercoledì 9 luglio, giorno di inizio del ritiro, a pochi giorni dalle dimissioni del direttore generale Vittorio Mosseri sono rimbalzate le voci dell’addio anche del club manager (e dg ad interim) Luca Mazzoni.
Una situazione molto difficile a cui la società, nel pomeriggio, ha risposto con un comunicato diffuso attraverso i canali social. Nel testo della nota la società ha rivendicato i successi del campionato appena concluso, l’inizio dei lavori in anticipo rispetto alle altre squadre e i progetti relativi al settore giovanile con l’acquisizione dei campi di Banditella.
Sul nuovo stemma la società, pur ringraziando lo Studio Zaki, ha “preso atto del malcontento suscitato dal lancio del nuovo logo” e “sta valutando le osservazioni e prendendo in considerazione le proposte alternative, cercando, come sempre, di avvicinarci a tutti nel limite del possibile. Ma qualunque sarà la decisione finale, è bene chiarire che non sarà dettata da un capriccio o da uno sgarbo, ma da una necessità oggettiva e ineludibile”.
Già, perché il rebranding, altro non è che un’azione imposta da possibili grane giudiziarie legate al vecchio ‘dollaro’: “Crediamo sia giusto che le cose vengano conosciute fino in fondo, prima di sparare a zero contro tutto e tutti. Stiamo facendo delle valutazioni con la Lega, che ci aveva richiesto il logo ufficiale già la scorsa settimana, per capire se sarà possibile ottenere ancora qualche giorno per modificare l’elemento del “dollaro”. Siamo l’unico club professionistico in Italia, e probabilmente al mondo – si legge nel post - che ha la denominazione ufficiale (Unione Sportiva Livorno 1915) intestata a un club (il Club Magnozzi) e il logo in capo a un privato (Enrico Fernandez). Una situazione anomala, che ci ha messo in difficoltà più volte e che rappresenta una vera e propria stortura. Vivreste voi prendendo in prestito il vostro nome e cognome da un soggetto terzo? Abbiamo cercato soluzioni, ma per motivi indipendenti dalla nostra volontà ci siamo trovati costretti a cambiare logo”.
Una qualifica, quella di ‘ soggetto terzo’ che non è andata giù allo stesso Fernandez, che su Facebook, nei commenti ha immediatamente replicato: “Non sono a conoscenza di chi ha scritto questo comunicato e potevo essere informato. Non desidero creare altre polemiche, ma per la precisione oggi non sono un ‘terzo’ come viene scritto ma Presidente onorario come da documenti in mio possesso. Il logo l’ho dato gratis in gestione al nostro Livorno in attesa, come sempre dichiarato di consegnarlo con i mobili, le coppe e tutti i trofei al sindaco in rappresentanza degli sportivi”.
Il comunicato, infine, chiede pazienza ai tifosi accusando duramente un’ampia frangia della tifoseria, guidata dalla Curva Nord, che da tempo contesta l’attuale proprietà e che con il caso logo e alcune mancate riconferme (nello specifico l’addio di Bellini e le situazioni ancora in bilico di Dionisi e Rossetti), è tornata a far sentire la sua voce: “Le polemiche che alcuni sollevano a ogni nostro passo non nascono da una reale valutazione di ciò che facciamo, ma da una volontà precisa di destabilizzare, alimentata da un sentimento malato che affonda le radici in un passato recente. Dopo un anno trionfale e sacrifici storici, restiamo grati al grande numero di tifosi che ci sostiene con affetto e passione. Agli altri chiediamo solo un po’ di fiducia in più e qualche polemica in meno. I nostri programmi non cambiano. Andiamo avanti con la stessa determinazione del primo giorno, consapevoli che gli inciampi e le incomprensioni si superano sempre. Basta volerlo”.
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