Livorno – Mentre in città l'entusiasmo per la rinascita amaranto è alle stelle, a margine - ma non troppo - prosegue senza sosta la caduta della vecchia società. Dopo la mancata ammissione alla Serie D l'AS Livorno si è vista respingere anche la richiesta di iscrizione al campionato di Promozione e, al momento, ha come massima aspirazione, il gradino più basso, la Terza Categoria, necessaria più per motivi giudiziari che sportivi. Le schermaglie tra i soci, nonostante tutto proseguono, e l'attacco di Spinelli al liquidatore Gherlone con tanto di citazione in Tribunale sono solo l'ultimo atto di un teatrino che finalmente, non ci riguarda più.
Quel che invece ci interessa, e molto, è il patrimonio calcistico e non, del Livorno. Il presidente onorario Enrico Fernandez Affricano nei giorni scorsi ha raggiunto un accordo con Gherlone per la consegna gratuita dei trofei conquistati fino al 1987 dal club amaranto. Un accordo giusto, verrebbe da dire doveroso. Il Livorno infatti, al netto dei vari presidenti e delle denominazioni sociali che si sono succedute nel corso della sua tormentata esistenza, ha una sola proprietà eterna: la città e i suoi tifosi.
Fa dunque molto specie che, in questo momento, non ci sia l'accordo per i trofei conquistati dopo il 1987 (coppe e medaglie per le promozioni in B e in A, il titolo nazionale Berretti e molto altro). Una distinzione che non ha alcun senso e che ha la sola conseguenza di porre la vecchia proprietà ancora più invisa alla piazza di quanto non sia già. Stesso discorso per i mobili (alcuni di pregio e intarsiati con il logo societario) presenti in sede. Sono un tesoro di proprietà del Livorno e dei livornesi ed è giusto che vengano custoditi dall'Unione Sportiva Livorno 1915, che in questo momento, anche a livello federale, è l'unica squadra riconosciuta e titolata a custodire il blasone, e di conseguenza la storia, del sodalizio amaranto.
Spinelli e soci continuino pure litigare sulle ceneri di una società che loro stessi hanno distrutto con le loro mani ma non si permettano di tenere in ostaggio i tesori e la storia del Livorno.
Autore: Luca Aprea / Twitter: @cafeponci
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