Livorno – Sono passati esattamente trenta giorni dal passaggio di proprietà dell’Us Livorno 1915 da Paolo Toccafondi al nuovo patron Joel Esciua, avvenuto davanti al notaio Gianluca Grosso di Livorno lo scorso 5 maggio.
Trenta giorni, un mese. Un mese costellato da situazioni bizzarre, in verità. Non si capisce, ad esempio, perché Esciua si è tenuto come presidente l’ormai ex proprietario fino al prossimo 30 giugno prevedendo di diventare formalmente presidente solo a partire dal 1° luglio. Perché? Quale è il motivo nascosto che, stando a quanto è stato comunicato ai media, ha fatto inserire un accordo del genere nelle clausole dell’oneroso contratto di compravendita, tra l’altro molto vantaggioso per la parte che ha ceduto la società? E poi vi è il fatto, innegabile, che siamo a domenica 4 giugno ed ufficialmente, ancora, non è stato fatto un nome in relazione ai quadri societari e tecnici del nuovo Livorno.
Prima di affrontare la questione dei nomi, che oggettivamente ci sta a cuore, occorre tuttavia fare, a nostro avvio, una parentesi.
Abbiamo detto che l’atto di compravendita del Livorno è stato molto vantaggioso per colui che ha ceduto la società, cioè Toccafondi, un signore omaggiato ed onorato dai tifosi, curva e club amaranto compresi, nonostante risultati alla mano abbia prodotto performance non certo eccellenti, in linea con quanto fatto a Prato. E’ stato appellato come il salvatore del calcio livornese ed osannato con cori e battimani, ma a ben vedere, dopo un sofferto campionato di Eccellenza con una promozione arrivata nel cuore dell’estate grazie alla giustizia sportiva che ha penalizzato il Figline per la messinscena di Altopascio, in Serie D ha ottenuto un quinto posto a pari merito con la Flaminia che, se non ci fosse stata la vittoria a tavolino sul Seravezza, sarebbe stato un settimo posto con la conseguente esclusione dai playoff, dove invece la squadra è arrivata ma dove la corsa si è conclusa subito, in semifinale, con la “cenciata” rimediata sul campo della Pianese anche grazie alla scelta di non anticipare di un giorno la partenza verso Piancastagnaio al fine, evidentemente, di non sostenere i costi del pernottamento in hotel di squadra e staff.
Nonostante tutto, come detto, si sta assistendo a questo desolante distacco da Toccafondi, che durerà ancora venticinque giorni, con molti tifosi, corroborati dagli annunci dei corifei dei media, che ne cantano le lodi e si dicono pronti a ringraziarlo.
Nel frattempo, tornando ad Esciua, sono cominciate a circolare le voci sempre più insistenti sui possibili nominativi di vari ed affermati direttori sportivi, allenatori, giocatori che, secondo il tam tam dei media locali, avrebbero dovuto o dovrebbero entrare nella rinnovata società per dare vita a un organigramma degno di una squadra di grande spessore, almeno per la categoria.
In effetti, a quanto ne sappiamo, Esciua ha incontrato diverse persone, ha valutato diversi allenatori e con uno, Massimo Maccarone, incontrato a quanto si dice anche in uno stabilimento balneare di Livorno, sarebbero stati presi accordi quasi definitivi.
Ogni giorno, da giorni, registriamo nomi ed ipotesi e sentiamo dire che l’annuncio del nuovo direttore tecnico e del nuovo allenatore è imminente, forse il giorno successivo, nella consapevolezza che il tempo per gettare le basi di una squadra vincente è adesso.
Ma finora, aspetta ed aspetta, gli annunci hanno riguardato altre società, che in alcuni casi starebbero per definire accordi con quei professionisti che parevano a un passo dal Livorno, anzi con un piede e mezzo dentro la squadra amaranto 2022-23.
Impossibile, in questa situazione, non chiedersi che cosa stia succedendo. E’ vero che Esciua ha affermato con chiarezza che occorre dare credito solo al virgolettato che può essergli realmente attribuito, in altre parole solo a quanto esce dalla sua bocca, dalla quale in questo mese non è uscito nulla o quasi, ma è chiaro che una città come Livorno, che si identifica fortemente con la propria squadra di calcio, non può rimanere troppo a lungo senza i virgolettati ufficiali del patron della squadra stessa.
Di positivo c’è, a quanto emerge, che Esciua sta ricostruendo radicalmente l’assetto societario anche per quanto riguarda la struttura di supporto. Un aspetto, questo, non meno importante.
Con tutto ciò, ripetiamo, è il momento, per il nuovo patron, di dare un segnale per quanto riguarda gli assetti tecnici e direttivi della società. Gli avversari non stanno con le mani in mano. Molti di loro si muovono, scelgono, organizzano, dichiarano. Solo il Livorno attualmente è fermo, almeno pare. Viviamo in una piazza particolare, che vive di pane e calcio, che ha bisogno di sentire le pulsazioni del cuore amaranto. Crediamo che Esciua, cui va la nostra fiducia, sia ben consapevole di questa situazione.
Batta un colpo, signor Esciua. Comprendiamo che lei abita lontano, a Londra, ma se necessario stia in città un po’ di più e nella settimana che viene inizi a presentarci l’organigramma dirigenziale e sportivo che probabilmente ha già definito e lo metta al lavoro per iniziare il prossimo campionato di Serie D pensando di vincerlo.
Ci faccia sapere, signor Esciua. Noi crediamo che lei possa fare un buon lavoro, ma il tempo stringe e la piazza sportiva necessita di un segnale. Noi, chiaramente, la giudicheremo, lealmente, in base ai fatti compiuti e ai suoi virgolettati.
Autore: Paolo Verner / Twitter: @amarantanews
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