Che la sosta porti consiglio

09.11.2019 22:34 di  Carlo Grandi   vedi letture
Che la sosta porti consiglio
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© foto di Andrea Rosito

Livorno - Un Livorno spento, pieno di idee ma privo del piglio giusto fa splash in laguna e cede tre punti ad una diretta concorrente per la salvezza.
In realtà, è bene dirlo, la partita è stata decisa da un episodio, la punizione dell'ex Aramu (che ci aveva già reso edotti delle sue doti balistiche in maglia amaranto, pur non riuscendo mai ad esprimersi con continuità), ma è completamente fuorviante parlare di fortuna o sfortuna in una gara che ha visto gli amaranto commettere una serie di errori tali da regalare di fatto la posta in palio agli avversari.

Il Livorno ha affrontato la gara senza il piglio della squadra che si gioca uno scontro salvezza, con la calma e la flemma di chi è convinto di riuscire a venire a capo di un avversario a torto considerato forse inferiore tecnicamente; dall'altra parte l'Unione ha giocato la sua partita mettendo in campo le armi della grinta,della corsa e della determinazione,di fatto dominando fisicamente a centrocampo (il reparto che di fatto è andato più sotto nel primo tempo) e creando occasioni fino al gol dell'1 a 0. Dopodichè ha gestito il vantaggio senza troppi patemi, arretrando quasi conscia dei limiti offensivi degli amaranto. 

Ed è un copione che si ripete da troppo tempo e che ha anche stufato, marchio di fabbrica di una squadra che non ha nel suo DNA nè la determinazione nè tantomeno la cattiveria che ti porta a superare i tuoi limiti e venire a capo anche di situazioni difficili. 
Risultato che è parso scritto, al gol subito è seguito un dominio sterile degli amaranto che ha portato solamente qualche tiro in porta nel finale, e ha palesato ancora una volta i limiti offensivi di questa squadra. Che il carattere per non andare sotto la curva dopo una vittoria sofferta magari lo trova anche, meno invece quando si tratta di approcciare correttamente uno scontro salvezza.

Parlare di episodi a sfavore è pure fuorviante, se guardiamo alle scelte offensive che questa squadra fa; manca quel giocatore che finalizza, ma anche perchè chi dovrebbe dettare l'ultimo passaggio spesso manca di lucidità nel farlo: ed è un peccato vedere una squadra che gioca bene fino a venti metri dalla porta fare così tanta fatica a portare a termine  le proprie trame di gioco.

Anche oggi è mancata quella sensazione di urgenza che dovrebbe essere propria di una squadra che deve recuperare un risultato; si continua a vedere anche la mano di un tecnico che infonde sì calma ai suoi giocatori, ma che sembra spesso più guardare ai suoi equilibri di squadra che al risultato del campo.
Anche oggi ha lasciato perplessi il cambio di Braken (nel complesso tra i migliori e forse l'unico davvero in grado di vedere la porta dei nostri attaccanti) per Murilo, quando il Venezia era arretrato sino alla propria area di rigore e magari sarebbe servito affollare quella zona di campo in cerca del guizzo vincente.
La rimonta contro la Juve Stabia è stata l'eccezione che ha confermato la regola; questa squadra difficilmente riesce a recuperare un risultato una volta sotto, e soprattutto inizia a giocare solo quando si trova sotto nel punteggio; e nell'atteggiamento siamo lontani anni luce dalla mentalità che ha portato questa squadra ad ottenere una salvezza miracolosa lo scorso anno. 

Arriva un'altra sosta, speriamo utile per recuperare quei giocatori tanto attesi dal nostro tecnico; fiduciosi che possano portare quel quid pluris in grado di cambiare le sorti di questa stagione. Buona sosta a tutti e appuntamento al 23 novembre, quando al Picchi arriverà il Trapani in un altro scontro salvezza da vincere a tutti i costi.