Livorno – L’ex difensore Luca Marcato, giocatore del Livorno dal 1996 al 1998, classe 1967, è uno di quelli che sono rimasti nel cuore dei tifosi amaranto. Questa l’intervista.
Caro Luca, innanzitutto ti chiedo se segui ancora le vicende del Livorno.
“Certo. Livorno mi è rimasta nel cuore! Abitando lontano lo seguo sui social ed in tv sono sempre affezionato alle vicende della squadra amaranto e sono felicissimo che sia tornato nei professionisti”.
Quarantuno presenze in amaranto, dal 1996 al ‘98, con quattro gol. Purtroppo solo il primo da titolare a causa di un brutto infortunio il secondo anno...
“Eh si. Sono arrivato a Livorno grazie ad Angelo Deodati che, essendo stato presidente della Viterbese, mi portò a Livorno. Il Primo anno è stato fantastico culminato con la vittoria del campionato il secondo un po’ meno a causa della sconfitta di Perugia e del brutto infortunio. Durante una partita di Coppa Italia, in barriera, mettendo il piede su un tiro mi si è girato il ginocchio. Praticamente lo stesso infortunio di Franco Baresi in Usa. Pensavamo e speravamo tutti in un recupero veloce invece poi sono stato fuori ahime sei mesi”.
Dopo la vittoria del campionato arrivò una richiesta importante dal Sion di Bigon. Col senno di poi forse era meglio lasciare Livorno in quel frangente?
“Diciamo che il mio trasferimento non andò a buon fine in quanto le società non trovarono accordo. Dopo l’infortunio ho avuto il dubbio che qualcuno mi volesse far fuori tant’è che l’allora presidente Achilli affermava che non ero fisicamente integro, cosa assolutamente non vera. Quindi dopo Perugia lasciai Livorno anche se sarei rimasto a vita. Sono arrivato da sconosciuto e sono stato amato come un figlio a Livorno”.
Anche perché eri sempre uno dei migliori in campo e trascinasti la squadra alla vittoria del campionato.
“Quell’anno eravamo fortissimi. Caratterialmente e fisicamente. Io, Marcello Carli, Enio Bonaldi e tutti gli altri. Era impossibile non essere promossi”.
Ricordi di quel testa a testa con la Ternana, palesemente favorita nel finale di stagione, e l’anno dopo la finale con la Cremonese, anch’essa favorita?
“L’anno della promozione era palese che la Ternana dovesse essere promossa direttamente. Episodi incredibili a loro favore. Ci siamo poi rifatti a Reggio Emilia con 15000 livornese. A Perugia idem con la differenza che li il risultato fu purtroppo diverso”.
Dopo ecco il tuo trasferimento al Pisa, nonostante questo, continui ad essere uno degli ex calciatori amaranto più amati...
“Lasciai Livorno solo per motivi lavorativi, diciamo così. A Livorno non venni riconfermato e così, in mancanza di altre richieste, mi trovai ad accettare la corte del Pisa. E’ stata una scelta di vita che mi ha permesso di lavorare in un momento in cui non avevo richieste. Sono amante del calcio, avevo bisogno di lavorare quindi… ho accettato Pisa”.
Che fa oggi Luca Marcato?
“Ho provato ad allenare. Ho vinto il campionato con gli allievi e mi sono tolto le soddisfazioni con le giovanili. Ho l’abilitazione per poter allenare fino all’ex Interregionale e poi, eventualmente con la vittoria del campionato, in C. Ma qui purtroppo si apre un altro discorso. Se non sei ben sponsorizzato perdi il treno. Va avanti non chi ha i meriti ma chi ha gli sponsor. Ad oggi il calcio non rappresenta i valori che si riconoscevano una volta”.
Degli ex compagni ai tempi di Livorno senti ancora qualcuno?
“Purtroppo solo Fabrizio Boccafogli. Gli altri gli ho persi tutti e mi dispiace tanto. Vincioni, Merlo e tanti altri… niente”.
Un saluto ai tifosi del Livorno?
“Guarda, Livorno è una cosa incredibile! È sempre nel mio cuore! Anche se ho giocato nel Pisa l’amore che mi ha dato Livorno, la sua gente, i suoi tifosi non ha eguali. Ultima cosa vorrei aggiungere. Un caro saluto e un grande in bocca al lupo al grande Igor Protti. Ci siamo incontrato solo da avversari quando giocava nel Bari ma ci tenevo particolarmente a dire questa cosa”.
Autore: Gabriele Favilli / Twitter: @amarantanews
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