Livorno – Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Ed è stata anche una vittoria importante perché le altre pretendenti alla promozione diretta in Serie C, compreso il Grosseto che ha giocato nel posticipo di oggi, giovedì 21 dicembre, hanno tutte pareggiato e quindi il Livorno ha rosicchiato due punti alle battistrada. La capolista Pianese chiude l’anno e il girone di andata con sole quattro lunghezze in più della formazione di Giancarlo Favarin.
Alla luce del risultato, dunque, dobbiamo essere contenti? Di certo non dobbiamo essere amareggiati. Nello sport come nella vita, quindi anche nel calcio, il miglior antidoto alla sconfitta è la vittoria. Un successo sul campo è sempre da salutare con grande soddisfazione.
Il discorso cambia se si parla del gioco che in questa fase del campionato sta esprimendo la compagine amaranto. Il Livorno, ieri, ha giocato bene? La squadra ha dato l’impressione di poter recitare nel girone di ritorno, così com’è, il ruolo della protagonista?
A queste domande è doveroso rispondere scevri da retropensieri o da preconcetti, ma anche con assoluta onestà, profonda onestà intellettuale e sportiva, nell’interesse di una maglia che vorremmo vedere nuovamente sui campi delle massime divisioni del calcio italiano.
Ebbene, il problema del gioco esiste. E’ vero che siamo in Serie D, è vero che a questi livelli è difficile trovare squadre che sciorinano geometrie di alta qualità, ma è altrettanto vero che, pur essendo della medesima categoria, la Pianese e il Tau Altopascio, ad esempio, hanno finora mostrato di giocare meglio del Livorno e di avere più lucidità, più compattezza caratteriale, più determinazione. Il Livorno, tra le prime in classifica, è l’unica squadra che ha perso tre volte, ben due volte in casa. La Pianese, che pure non sta passando un buon periodo, ha fatto diversi pareggi, ma non ha mai perso. Questo vuol dire, in estrema sintesi, che la Pianese è una squadra che ha dei valori, soprattutto mentali, mentre il Livorno ha buttato via almeno cinque o sei punti in modo discutibile, gettando al vento il primo posto. Per questo, adesso, bisogna mettere mano alla squadra ed ingaggiare quei giocatori che dovranno far tornare gli amaranto ai livelli di inizio stagione, quando erano spumeggianti e concreti.
Attualmente il Livorno non riesce a chiudere le partite ed anche ieri, contro l’Orvietana, nel secondo tempo non ha quasi mai tirato in porta. Ciò significa che le difficoltà esistono, anche se la vittoria rappresenta un buon auspicio perché ottenuta in una situazione in cui nessun altro risultato sarebbe stato accettato dalla tifoseria.
Per invertire la rotta, fermo restando che l’allenatore non è immune da responsabilità, occorre che la società rafforzi la squadra. Questo è imprescindibile. Il presidente Joel Esciua sembra disponibile ad intervenire sul mercato e il suo operato, in questa fattispecie, potrà essere valutato all’esito delle operazioni concluse.
In arrivo ci sarebbero almeno un centrale difensivo, un centrocampista con doti di rifinitore e un attaccante. Il difensore potrebbe essere Damian Salto, giocatore di esperienza ed affidabilità che ha rescisso con la Pistoiese, dalla quale potrebbe arrivare anche l’attaccante Marcello Trotta. Servono giocatori di questo tipo. Così come, per il centrocampo, occorre un giocatore con caratteristiche con dissimili da Daniele Bartolini, il cui infortunio, alla seconda di campionato in casa contro il Grosseto, ha condizionato e sta condizionando l’intera stagione del Livorno.
Vedremo quali saranno, nel concreto, le mosse del direttore sportivo Raffaele Pinzani, chiamato a muoversi in accordo con l’allenatore Favarin e il presidente Esciua. In uscita, quasi certamente, ci sono i difensori Gianmarco Bassini e Matteo Coriano, il centrocampista Lorenzo Ferraro e gli attaccanti Cristian Mutton e Christian Kosiqi.
L’infortunio di Bartolini, in effetti, è stato devastante. Ha rotto il delicato equilibrio di gioco che aveva la squadra. A Favarin, vista la sua conferma in panchina, spetta adesso il compito di ristabilire questi equilibri. Ma con un giocatore con le caratteristiche di Bartolini, con un solido difensore centrale e un attaccante in grado di fare la differenza, il Livorno ha la possibilità di rimettersi sulla giusta strada. Il tempo non manca e neppure la qualità all’interno della rosa.
E’ tuttavia un cane che si morde la coda. Se da una parte Favarin, con una rosa potenziata, potrebbe gestire un girone di ritorno all’altezza di una squadra in lotta per il primato, dall’altra rimane la scommessa più importante, che riguarda la capacità di far tornare i suoi uomini a giocare con quel piglio e quella forza che avevano ad inizio torneo. Questo è un compito che spetta soprattutto a lui, anche al di là dei nuovi ingaggi, perché un passo indietro, sul piano tattico e caratteriale, è stato oggettivamente fatto.
Intanto, però, se si vuole che il Livorno si giochi il primato, occorre inserire alcuni buoni elementi per fare quel salto di qualità che dovrà portare la squadra ad entusiasmare nuovamente il pubblico. Il resto dovrà farlo il mister, che tuttavia, a sua volta, ha anche bisogno di serenità. Vincere la Serie D è ancora alla portata del Livorno.
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