Livorno - Il presidio indetto venerdì 7 maggio a pochi giorni dalla sanguinosa e dolosa retrocessione in Serie D degli amaranto e in concomitanza dell'assemblea dei soci, porta in dote due fatti molto importanti: la fine del ciclo di Aldo Spinelli a Livorno (il padrone del vapore, inutile prendersi in giro, è sempre stato lui) e l'unione di tutte le componenti cittadine - politica, media e tutta la tifoseria, club compresi - perché questa avvenga. Il sindaco Luca Salvetti lo ha detto chiaro e tondo ai soci: "Questa società qui non può più fare calcio" minacciando il sequestro dello stadio a causa dei debiti accumulati per l'utilizzo del "Picchi".
Le strade possibili adesso sono due. La prima prevede che l'attuale proprietà prenda atto dell'impossibilità di andare avanti e di accettare, previo saldo della situazione debitoria, pari a tre milioni di euro, le offerte arrivate per la cessione della società. Che non mancano. Favilla, Maurya e il progetto Livorno Popolare attendono tutti una risposta. Se questo non accadrà, e, si badi bene, il temporeggiare e il dire tutto e il suo contrario come visto negli ultimi mesi equivarrà a un diniego, si andrà allo scontro totale, anche a costo di ripartire da una categoria inferiore alla quarta serie. L'attuale società, ribattezzata con il sarcasmo feroce dei livornesi Atletico Spinelli e Spinellese, verrà lasciata al suo destino nel disinteresse più totale (e senza stadio) e si ripartirà con un nuova denominazione sociale, una nuova proprietà e con le istituzioni e la città tutta al suo fianco con rinnovato entusiasmo. Se poi questo nuovo soggetto, i margini ci sono, portasse il marchio storico della vecchia e gloriosa Unione Sportiva la rinascita partirebbe sotto i migliori auspici.
Ai piedi del Municipio, nel cuore della città, è nata una nuova stagione per il calcio a Livorno. E intoneremo, insieme ai cori d'amore per colori amaranto anche la nostra personale Canzone del Maggio..."se credete che tutto sia come prima, convinti di allontanare la paura di cambiare, verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte".
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