Livorno – E’ difficile immaginare Livorno senza il suo simbolo, i Quattro mori. Ma i Quattro mori altro non sono che quattro pirati prigionieri del granduca Ferdinando I de’ Medici, che commissionò l’opera per rafforzare la propria autorità e celebrare le vittorie riportate dall’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano contro i corsari barbari.
Facendo un parallelo calcistico, Ferdinando I de’ Medici non è altro che il cavalier Aldo Spinelli ed i prigionieri tutta la tifoseria amaranto. Prigionieri ormai da un decennio delle scellerate scelte di un presidente che ha di fatto incatenato la passione dei tifosi e spinto la squadra amaranto nel girone dantesco più profondo, rappresentato nel calcio proprio dai campionati dilettantistici.
Il blasone di una città, per le gesta di una gloriosa società fatta da Baldi e fieri, data in pasto alle fiere di pseudo dirigenti che hanno traghettato come Caronte le anime del tifo in una scissione pro o contro il presidente dimissionario che in realtà tiene le chiavi dei lucchetti saldamente incatenati al suo volere.
Non possiamo addurre alcuna giustificazione a questo scempio perpetrato ai danni di una città dove non solo il titolo sportivo è stato calpestato, ma soprattutto è stata calpestata la dignità della tifoseria e di una città intera.
Troppe sono state in questi anni le scelte che ci hanno portato all’oggi, così amaro, per non credere a una volontà fortemente voluta e realizzata dal casato genovese!
Ci resta solo però ciò che nessuno nella storia di questa città ci ha saputo togliere: l’orgoglio, il grande cuore dei livornesi e lo spirito di appartenenza ai colori amaranto. Amaranto: ciò che non si arrende, che non si piega, che nessuno può cancellare!
Perciò, caro Sciur Aldo, noi siamo come l’energia, nessuno ci può distruggere!
Auspichiamo che tu abdichi perché senza di te sapremo risorgere uniti più che mai e Baldi e fieri come il nostro inno ci fa cantare!
Livorno, liberata dal “despota”, saprà risorgere!
Autore: Paolo Maiuri / Twitter: @amarantanews
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