Piombino - Percorrere via Carducci, entrare in via Regina Margherita come un tempo, ma per poco, ché adesso l’ingresso al Magona è in via Salgari, lato ex campino marrone scomparso, non vedere le auto in coda e la ressa al botteghino come negli anni Settanta. Non è il mio derby del passato, ma lo scontro di questi tiepidi anni Duemila, con un viale deserto, sferzato da un vento di scirocco inclemente, appiccicoso. Lo stadio non è più lo stesso, anche se il terreno è curato ed erboso, non c’è la tribuna, ormai distrutta, solo un’impalcatura in gradinata, per metà concessa ai tifosi ospiti, con la curva inesorabilmente chiusa.
Il Piombino ha i suoi ultras affezionati, le simpatiche Brigate d’Acciaio, che bevono birra e cantano, alzano bandieroni pittoreschi, ma (se Dio vuole!) non infastidiscono nessuno. Il Cecina porta al Magona un buon pubblico di sostenitori, corretto e ordinato, con striscioni folcloristici e tanta passione. Alla fine, per quante persone frequentano gli stadi dove si giocano i campionati dilettanti, si registra pure un buon pubblico, degna cornice d’un derby minore targato nuovo secolo, stile poche emozioni sui campi e tanta pay-tv.
Un minuto di raccoglimento, poi inizia la gara, con gli ospiti in casacca rossoblu, mentre il Piombino è in gialloblu, purtroppo, rinnega la tradizione nerazzurra. Quando inizia la partita si vede subito che il Cecina è più forte, ché domina in lungo e in largo per tutto il primo tempo, con abili trame a centrocampo e buoni scambi. I ragazzi del Piombino sembrano contratti e timorosi, non sfoggiano la stessa grinta della passate gare, forse sentono l’impegno contro i primi della classe, forse la forza dell’avversario non consente troppi virtuosismi. Pure gli allenatori provano un brivido d’emozione in questo pomeriggio di scirocco che fa sentire l’Africa vicina: Miano per anni bandiera del Piombino, Brontolone colonna cecinese, oggi entrano in campo a casacche invertite.
Le occasioni fioccano da ambo le parti, una punizione per il Cecina dalla media distanza, un retropassaggio non fischiato dall’arbitro a favore del Piombino, un pericolo creato da Mori, una bella parata di Fiaschi, infine diversi gol mancati dagli ospiti anticipano la rete di Skerma, al quarantesimo minuto, su passaggio del sagace Folegnani. Il Piombino reagisce con un tiro di Paini, troppo fiacco, perdendo una buona occasione per pareggiare allo scadere dei primi quarantacinque minuti.
Nel secondo tempo i locali reagiscono, ma il Cecina dà l’impressione di poter controllare la gara, ogni volta che va avanti è pericoloso e i suoi attaccanti sprecanodiverse occasioni per raddoppiare. Brontolone prova a cambiare qualcosa, in successione entrano Gargini, Braschi, Pagni, persino Mormina, che si allena da poche settimane. Miano usa diversi cambi pure lui, alla distanza la vittoria tattica spetta al mister ospite che dispone meglio in campo la sua squadra. Nel Piombino si distinguono Castellazzi e Bartolini, tra i rossoblu Skerma (autore del gol), Folegnani, El Falahi e Diagne.
La vittoria dei rossoblu si chiama centrocampo saldamente in pugno, palla a terra e gioco concreto, mentre il Piombino commette troppi errori, un po’ in ogni reparto, soprattutto è evanescente e debole in attacco. Il Piombino avrebbe potuto pareggiare ma è pur vero che avrebbe potuto perdere persino tre a zero, viste le molte occasioni da gol mancate dagli ospiti in modo plateale. Alla fine, risultato giusto, il Cecina è squadra molto forte, destinata ad ammazzare il campionato, ma il Piombino ha limitato i danni, pur non lottando come avrebbe dovuto, con più rabbia e maggior spirito di sacrificio.
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