Ciao Miguel, guacho di Puglia e livornese

Marco Ceccarini
Un malore lo ha portato via all'affetto dei familiari e dei tifosi nella giornata del 23 febbraio a soli 58 anni, é stato il giocatore simbolo del Livorno degli anni Settanta, suo fu il gol che il 22 aprile 1979 consent&igra
25.02.2009 11:36 di  Marco   vedi letture
Marco Ceccarini
 
Livorno - Non può esser certo ricordato solo per quel gol fatto a Pisa il 22 aprile 1979, il quasi argentino Miguel Vitulano, all'anagrafe Michele, pugliese di Manfredonia, che fu bandiera e capitano del Livorno dopo essere stato anche un prolifico ed amato attaccante della Salernitana. Vitulano, che aveva vissuto la gioventù in Argentina al seguito della famiglia emigrata, ha infatti portato la maglia amaranto con la grinta di un gladiatore e la fierezza di un livornese di scoglio, armato di due baffi giganteschi e un piede sinistro di rara potenza. E poichè era uno che non si risparmiava, uno che in campo metteva anche l'anima e fuori dal campo era rispettoso e rispettabile, non ci mise molto a divenire l'idolo della tifoseria, in quel Livorno presieduto da Corasco Martelli, un uomo che mise tanta passione e tanti soldi al servizio della causa amaranto, ricevendo in cambio troppa malignitá e troppa incomprensione. Vitulano, gaucho di Puglia, é scomparso lo scorso 23 febbraio a Livorno, dove ormai risiedeva da tempo, colto da un improvviso malore dopo aver fatto del footing in mattinata. Nato il 7 dicembre 1951 in provincia di Foggia aveva iniziato a giocare in Argentina, a Buones Aires, e con la squadra giovanile del Boca Juniors aveva partecipato anche al torneo di Viareggio. Rientrato in Italia, aveva trovato da giocare nella Perugina, societá da cui lo prelevò la Salernitana che, dopo un anno eccezionale condita da 16 gol di cui uno stratosferico al Bari che ancora a Salerno ricordano, lo cedette al Livorno nell'estate 1976 dove, a partire dal campionato 1976-77 e fino a quello 1979-80, collezionò 115 presenze mettendo a segno 31 gol, di cui 12 nella sola stagione 1977-78. Certo quel gol messo dentro all'Arena Garibaldi nell'aprile 1979 contro un Pisa lanciato verso la Serie B, nel campionato di Serie C1, lo ha fatto entrare, per sempre, nel cuore della tifoseria amaranto. Ma come dimenticare quei due gol fatti sempre al Pisa all'Ardenza nel derby del 5 marzo 1978, la rete segnata in casa il 2 marzo 1980 al Chieti o quella realizzata al vecchio Arechi alla sua ex squadra, la Salernitana, l'8 giugno 1980 in occasione della sua ultima gara giocata con la maglia amaranto? E l'elenco potrebbe continuare. Perchè i momenti di gioia regalati da Vitulano ai tifosi amaranto, in soli quattro anni, furono e rimangono veramente molti. Tanto che, dopo aver lasciato Livorno per la Serie B, Vitulano con la famiglia ha vissuto sempre a Livorno,cittá che lo ha adottato, o che lui ha adottato, beato fra le quattro donne della sua vita, la moglie Susanna e le tre figlie, fra cui Carina, valente arbitro di calcio. Fra due mesi Vitulano avrebbe potuto festeggiare il trentennale di quella incredibile rete messa dentro all'Arena Garibaldi, il suo capolavoro, alla quale é stato dedicato uno striscione e in nome della quale si é riunito per anni un gruppo di tifosi della curva sud dello stadio d'Ardenza. I tifosi, ne siamo certi, ricorderanno ugualmente quel gol. Sará un modo per onorare il giocatore e l'uomo. Vitulano, che per diversi anni ha fatto l'informatore medico-scientifico e allenato nel settore giovanile del Livorno, in occasione del novantesimo anniversario della fondazione della societá Livorno calcio 1915 fu intervistato da Sky Tv in quanto considerato il giocatore-simbolo della squadra amaranto degli anni Settanta. Adesso un malore lo ha tolto all'affetto della famiglia e dei tifosi a soli 58 anni. Ma il suo mito rimarrá per sempre impresso sulle maglie amaranto del Livorno. (24/02/2009)