Sesto San Giovanni (MI) – Bello, sfortunato e con un cuore grande così. Oltre ogni avversità. I ragazzini di mister Dal Canto al “Breda” (vedi i casi della vita...) non vanno oltre un pareggio ma meritano un grande applauso. Tutto quello che i tifosi amaranto vogliono vedere dalla squadra, e che per ampi tratti abbiamo visto in questo tormentatissimo campionato, è andato di scena domenica pomeriggio nel match contro la Pro Sesto che ha chiuso il girone di andata. Vero, la vittoria - che sarebbe stata ampiamente meritata - è sfuggita, ma, concedetecelo, è davvero un dettaglio. Il rigore fallito da Braken in avvio poteva abbattere gli undici in campo e invece il Livorno non si è scomposto, ha continuato a giocare e, proprio con l'olandese, ha trovato il gol del vantaggio. La torre venuta da Maastricht magari non sarà un cecchino dell'area di rigore ma, pur con tutti i suoi evidenti limiti tecnici, è di gran lunga uno dei giocatori più generosi e disposti al sacrificio visti da queste parti negli ultimi tempi. Non è poco. E se non ci fosse stato il legno a fermare la “miccia” partita dal piede del giovanissimo Nunziatini (classe duemilatre, bene non dimenticarlo) probabilmente la partita avrebbe preso tutta un'altra direzione. La Pro Sesto nel secondo tempo è uscita dall'angolo dove i giovani amaranto l'avevano rinchiusa ed è riuscita a trovare il pareggio in modo casuale e fortunoso, grazie a un rimpallo che ha permesso a Gualdi di insaccare da due passi. Anche stavolta il Livorno non ha arretrato di un millimetro. Ha continuato a giocare. Haoudi con un numero di quelli che sarebbero entrati nella storia ha sfiorato un gol da stropicciarsi gli occhi ma la punta di un piede avversario ha lasciato tutti con l'urlo in gola. Ma poco importa. Questi ragazzi, abbandonati dalla società, dai compagni di squadra più esperti, penalizzati in classifica, e nel bel mezzo di una pandemia che li costringe a giocare in spalti desolatamente vuoti, hanno mostrato di avere gli attributi. A guidarli un signor allenatore che ha preso un pugno di giovanissimi e li ha trasformati in una squadra. Verranno tempi migliori ma questo “Livorno dei bimbi” sta lottando e piano piano si sta ritagliando un pezzettino nel cuore dei tifosi. La lotta è ancora aperta, siamo ancora vivi.
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