Nessun isterismo

23.11.2021 17:56 di  Paolo Verner  Twitter:    vedi letture
Giuliani del Livorno
Giuliani del Livorno
© foto di Rajesh Barbieri, Amaranta.it

Livorno - Tanto tuonò che piovve ed è arrivata la prima sconfitta. Cose che succedono nel corso di una competizione, non è il caso di fare drammi, evitando i repentini cambi di umore, che invece capitano sovente in seno alla comunità amaranto, media e tifosi. Purtroppo, tanti i piccoli avvertimenti ed i sinistri scricchiolii che, dal velenoso post partita con la Fratres Perignano, si sono palesati e hanno causato l’involuzione negativa che ha portato al patatrac della domenica appena trascorsa.

Sarebbe facile, per noi, accodarci al coro delle prefiche, prima osannanti lo squadrone che tutto il mondo del calcio dilettantistico avrebbe dovuto far tremare e che ora chiedono a gran voce la sostituzione di mister Buglio. Potremmo affermare: "Noi lo avevamo detto". Ma questo ruolo non ci piace. Nella nostra modestia, prima della partita contro la Cuoiopelli, avevamo pubblicato un articolo nel quale, correttamente, mettevamo in evidenza certe criticità che cominciavano a svelarsi. Ma, apriti cielo: siamo stati tacciati di disfattismo e da professorini, come se durante il corso della nostra vecchia vita, di partite, non ne avessimo mai viste…Tant’è, sic transit gloria mundi.

Per ribadirlo ai distratti, noi siamo sostenitori del Livorno e in questo momento diciamo che è giusto stare accanto al mister, che ora in tanti vorrebbero sacrificare, e alla squadra.

Certo, ci sono stati degli errori, primo fra tutti lo sfrenato ottimismo che ha pervaso l’ambiente all’indomani dalla “liberazione” dalla famiglia genovese, liberazione dagli Spinelli che era attesa e doverosa, ma che ha generato una sorta di credo errato, secondo il quale avremmo passato due anni di allegre scampagnate tra grigliate miste e vino rosso nelle amene località di campagna del nostro circondario, prima di tornare in carrozza nelle categorie professionistiche in attesa di spiccare il grande salto verso il calcio che conta. Niente di più sbagliato. Gli avversari ci sono, ci studiano e lottano sportivamente contro di noi che, tapini, ne siamo sorpresi, e sfoghiamo la frustrazione che ne deriva generando pressione sulla squadra, dimenticando che la maglia del Livorno è una maglia che pesa e che può diventare di cemento addosso a dei ragazzi di diciannove o vent'anni, ed anche arrivando a disertare i gradoni del Picchi, visti i 1821 paganti di domenica, alla faccia dello "stadio mobile".

Altro aspetto, la scarsa conoscenza della categoria, tanto che pare non si studino le squadre avversarie che andiamo ad incontrare. Qualche volta, a questo proposito, vorrei sentire qualcuno che ha la tessera di giornalista, qualche addetto ai lavori, chiedere al mister il nome dell’osservatore designato ad andare a vedere l’avversario di turno ed a stilare la relazione sulla quale preparare la partita. Lo scrivo perché non sono sicuro che venga fatto.

Punto terzo, i difetti della squadra. La difesa è statica e troppo spesso si lascia sorprendere sulle palle da fermo. I due gol presi domenica sono sintomatici. Forse sarebbe meglio adottare la marcatura a uomo quando si subisce un calcio d’angolo a sfavore, abbandonando la difesa a zona. L’eccessiva rotazione dei portieri, poi, a parere del sottoscritto non aiuta, danneggia la cooperazione tra chi gioca in porta ed i difensori, che deve invece essere fatta di dialogo e d'intesa. Meglio in questo caso puntare su di un estremo difensore titolare e farlo giocare sempre, al netto di infortuni e squalifiche. Centrocampo mono passo e prettamente offensivo, manca un interdittore che possa aiutare Gargiulo che deve, da solo, cantare e portare la croce, tra difesa ed attacco, rallentando la manovra. Inoltre nessuno, per caratteristiche tecniche, sembra in grado di vincere l’uno contro uno e creare la superiorità numerica, consentendo agli avversari di piazzarsi ed aspettarci.

Il mister è un professionista preparato e un uomo perbene. Tuttavia certe volte si ha l’impressione che la lettura delle situazioni, durante la partita, non sia propriamente sollecita. Sicuramente i big infortunati e squalificati non lo aiutano. Non vorremmo che questi imprevisti abbiamo creato una situazione di confusione in seno alla guida tecnica. Il modulo adottato a Santa Croce con la Cuoiopelli, e riproposto in casa con il San Miniato Basso, non ha convinto. Probabilmente, in quella occasione, inserire un secondo attaccante, Durante, per lo spento Pecchia, all’inizio del secondo tempo, avrebbe aiutato Ferretti, rimasto solo là davanti a pendere calci senza ricevere un pallone giocabile.

Cominciare tuttavia a chiederne la testa, però, sembra molto ingeneroso perché riteniamo che Buglio abbia ancora il controllo dello spogliatoio e la forza per apportare i dovuti correttivi al modulo (forse il 3 -5-2 è quello più adatto per questa categoria), motivare i ragazzi e far superare, collettivamente, questa fase di involuzione. Il Livorno resta la squadra più forte del lotto. Quindi, calma e gesso. Il campionato sarà da sudarselo, con gran sconcerto di molti; forse domani sera (il Livorno riposa ma si gioca la nona giornata di campionato, ndr) la squadra amaranto sarà al secondo posto appaiata dalla Cuoiopelli, dietro il Perignano, ribadiano il forse, ma anche se così fosse ha tutto il tempo per riprendersi e tornare in vetta. Certe volte, meglio essere volpe che lepre, non dimenticando mai che i più accaniti avversari del Livorno dovranno venire a giocarsela al Picchi.