Livorno – Siciliano di nascita con licenza di segnare. Questo è Massimiliano Scichilone ex attaccante del Livorno e tra le altre anche di Trapani, Acireale, Arezzo e Viterbese. Dotato di un invidiabile senso del gol, oltre che di grande generosità, è ricordato a Livorno per le sue reti e per le sue prestazioni sempre puntuali accompagnate da giocate mai banali ed anzi spesso decisive.

Max, la tua avventura a Livorno si divide in due periodi. 1997-98 e poi tra il 2001 e il 2002. Differenze e ricordi di quegli anni?

“Il primo periodo, datato 1997, fu l’allora presidente Achilli a portarmi a Livorno. Nonostante i tanti problemi extra campo dovuti alle varie penalizzazioni, fu comunque un anno fantastico sia dal punto di vista personale che del collettivo. Per quanto riguarda la squadra infatti, nonostante l’infausta sconfitta di Perugia dove ancora non riesco a capacitarmi di come non riuscimmo a vincere, ricordo le dieci vittorie iniziali, i tanti successi importanti ed il grande entusiasmo dei tifosi. A livello personale poi fu un anno entusiasmante per me che mi affacciavo per la prima volta nel campionato di serie C1. Il secondo periodo invece fu a cavallo del 2001. Roberto Tancredi mi contattò proponendomi il ritorno in amaranto perché la squadra necessitava di un attaccante serio ed affidabile. Così approdai nuovamente a Livorno purtroppo perdendo la finale play-off col Como. L’anno seguente però ci rifacemmo. Guidati da un immenso Igor Protti centrammo la promozione diretta e riportammo dopo moltissimi anni la squadra in serie B. Ho ancora i brividi nel ricordare quei momenti”.

Sei ricordato, oltre che per i tanti gol, anche per l’assist decisivo a Protti nel gol del 3 a 1 finale durante il derby di ritorno a Pisa.

“In effetti lo ricordo con piacere perché, dopo essermi involato sulla fascia, pennellai di sinistro, neanche il mio piede tra l’altro, un cross perfetto per Igor che poi fu immenso nel segnare il gol. Ricordo l’esultanza sotto la curva dei tanti tifosi livornesi. Fu una apoteosi”.

Quale o quali sono stati i tuoi gol più belli in amaranto?

“Ne cito due, entrambi messi a segno nella stagione 97-98. Il primo nella partita vinta 5 a 1 a Carpi segnando di testa sul primo palo in anticipo sul difensore avversario. Tra l’altro quello fu eletto il miglior gol della giornata di serie C. Il secondo invece lo misi a segno a Reggio Emilia nel recupero che vincemmo 3-2 contro il Brescello. Dopo essere stati sotto per 2-1 la ribaltammo e vincemmo grazie al mio gol e ad una azione collettiva spettacolare”.

I più importanti invece quali sono?

“Sicuramente quelli segnati nel marzo del 2001 nel derby vinto per 5 a 3 in casa contro l’Arezzo, tra l’altro mia ex squadra. Entrai a pochi minuti dalla fine sul 3 a 3 e segnai due gol nel recupero scatenando l’entusiasmo dei tifosi labronici. Tra l’altro per via di quei due gol ad Arezzo sono passato da idolo a nemico (sorride). Fu una gioia indescrivibile davanti poi ad uno stadio pieno”.

Ti faccio il nome di due allenatori che ritengo molto importanti nella tua carriera: Serse Cosmi e Osvaldo Jaconi...

“Due grandi allenatori e due grandi persone seppur totalmente differenti tra loro. Cosmi sanguigno con un carattere ruspante a volte sopra le righe ma genuino e corretto. Cosmi mi accolse ad Arezzo e mi aiutò nell’inserimento in una città nuova dopo aver lasciato per la prima volta la Sicilia. Mentre Jaconi , seppur fermo nelle sue decisioni, si poneva sempre in modo pacato ed educato ed era sempre pronto a darti un pacca sulla spalla. Due personalità ripeto tanto diverse tra loro ma che mi hanno dato tantissimo”.

Immagino che tu segua ancora il Livorno...

“Assolutamente si. Sono iscritto sui social a tutti i gruppi relativi al Livorno. Tra l’altro a Livorno ho tantissimi amici che sento frequentemente, su tutti Christan Scalzo, mio ex compagno. Il mio cuore è per metà a Livorno non posso dimenticare come mi hanno accolto e trattato. Sono diventato da subito uno di loro e mi sento parte della grande famiglia amaranto”.

Chiudo ricordandoti un coro famosissimo che suonava come un tuono al tuo ingresso in campo. Quello “Scichi” che incuteva anche timore negli avversari.

“Ti racconto un aneddoto. Fu il povero Paolo Nassi, che ricordo sempre con grande affetto, a farmi notare che quel coro era per me. Ogni volta che entravo mi emozionava oltre che darmi una carica immensa. Tra l’altro il coro è stato riproposto molto spesso anche in serie A, cosa questa che mi riempie di felicità ed orgoglio”.

Sezione: Calcio / Data: Ven 26 settembre 2025 alle 22:38
Autore: Gabriele Favilli / Twitter: @amarantanews
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