Livorno - In una lunga lettera aperta, pubblicata sul sito internet del Venezia calcio, il nuovo presidente del club lagunare, Duncan Niederauer, subentrato a Joe Tapirina nello scorso mese di febbraio, ha espresso le proprie opinioni sulla situazione del calcio in Italia e sull’eventuale ripartenza dei campionati.
“Tutti vorrebbero poter tornare a calcare presto i campi da gioco, ma purtroppo le indicazioni che riceviamo da parte del governo e dei funzionari sanitari, in Italia e in altri paesi, non ci permettono di essere ottimisti. Dobbiamo ricordarci che il problema che il calcio si trova a fronteggiare ha una portata che va oltre i confini italiani e probabilmente oltre anche quelli europei”, ha scritto Niederauer. “Sono molte le domande che mi sto ponendo in questo periodo e che vorrei condividere con voi. Se la stagione ripartirà, come molti auspicano, quali saranno i protocolli messi in atto? Che cosa dovremo fare per “ri-aprire” centri sportivi e stadi e garantire la tutela dei giocatori e del personale dei club? Ma soprattutto, vogliamo davvero provare ad avere 100 squadre che riprendono ad allenarsi per poi giocare di nuovo nell’arco poche settimane? Per quale scopo?”.
Poi aggiunge: “E se anche a un solo giocatore venisse diagnosticato il Covid-19 dopo aver riavviato la stagione, cosa succederebbe? Probabilmente diverse squadre dovrebbero essere messe in quarantena, e poi? La stagione sarebbe di nuovo sospesa?”. E ancora: “E se anche a un solo giocatore venisse diagnosticato il Covid-19 dopo aver riavviato la stagione, cosa succederebbe? Probabilmente diverse squadre dovrebbero essere messe in quarantena, e poi? La stagione sarebbe di nuovo sospesa?”.
“Inoltre, se dovessimo giocare oltre la fine di giugno, come si pensa di gestire i rapporti contrattuali con i giocatori, in particolar modo con quelli in scadenza il 30 giugno?”, scrive ancora Niederauer. “Ci sono un centinaio squadre nelle prime tre leghe italiane, e la maggior parte dei club non ha idea di come pianificare il proprio futuro a breve termine. Abbiamo pochissime informazioni su come verrà gestito il resto di questa stagione, e nessuna informazione sulla prossima. Tutto quello di cui abbiamo sentito parlare riguarda protocolli per cercare di gestire la situazione attuale, protocolli che generano dei costi pesanti che si riverseranno inevitabilmente sui club. Potremmo sostenere questi costi? Per non parlare dei ricavi che si sono fermati ormai più di un mese fa”.
“Ho letto che per alcune squadre che provengono dalle aree maggiormente colpite dal virus, tra cui rientra la nostra, è stato proposto di giocare in un’altra parte del paese. Senza tifosi, e anche lontano da casa, questo non mi sembra giusto”, continua. “Ci troviamo a fronteggiare una situazione insolita e senza precedenti. Non esiste una risposta perfetta o facile, e indipendentemente dalla decisione che verrà presa, molte persone rimarranno deluse. Oggi come non mai però dobbiamo tutti collaborare per trovare la soluzione migliore e, cosa ancora più importante, lavorare insieme per sconfiggere la diffusione del virus e proteggere a lungo termine gli interessi del calcio in Italia”.
Sui campionati: “Vorrei soffermarmi ora sull’ipotesi che riprendano i campionati. I club di Serie A potrebbero avere la capacità di gestire questa situazione, ma immagino che non sarebbe così per gli 80 club delle altre leghe”. E poi: “Forse allora dovremmo concentrarci sul tentativo di permettere alla Serie A di terminare il proprio campionato, e per questa stagione pianificare di non giocare negli altri campionati”. Infine, la conclusione: “E se arrivati a questo punto si decidesse di cancellare il resto della stagione sportiva negli altri campionati, saremmo ancora in grado di trovare una soluzione che soddisfi la maggior parte dei club? Io credo di si”.
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