Livorno - Sono passati pochi giorni dalla bruciante eliminazione del Livorno dagli ottavi di finale della Coppa Italia, avvenuta a causa del pareggio subito a un giro di lancetta dal termine del secondo tempo supplementare dal Cenaia, con una squadra decimata dagli infortuni (sono fuori ben sette calciatori, ndc). Il Livorno, adesso, si sta curando le ferite, tanto che la società è corsa ai ripari, ingaggiando prima il difensore Davide Ferrante ed oggi, venerdì 12 novembre, l’attaccante Matteo Adrangna, entrambi classe 2001.
L’incontro con la Cuoiopelli si annuncia spigoloso. I conciari sono al terzo posto con una partita in meno e una sola sconfitta nelle cinque sin qui disputate; conoscono il Livorno, per averlo osservato dal vivo nella partita disputata contro il Fratres Perignano, sul loro campo e, sicuramente, avranno visionato il video della gara più e più volte. Proprio alla alla luce delle ultime prestazioni degli amaranto, alla notevole dose di sfortuna che sembra attanagli lo spogliatoio labronico, è proprio dal nostro allenatore che devono arrivare le soluzioni per restare saldi in vetta al girone e vincere il campionato. Probabilmente molti, in città e sui media, davano per scontata la superiorità del Livorno, confidando anche nel blasone che avrebbe dovuto incutere timore reverenziale agli avversari.
In realtà non è così, siamo nell’infermo dei dilettanti, dove si gioca a palla oppure gamba e, ogni partita, ha, per l’avversario di turno il valore di una finale di coppa del mondo.
Quali sono a nostro parere, i difetti da correggere? A prima vista, una sorta di approccio leggero alla gara che consente agli avversari di prendere campo e guadagnare autostima. Non va bene, i ragazzi, soprattutto i più esperti, devono far valere la propria “cattiveria agonistica”, facendo chiaramente intendere che contro il Livorno non si scherza. Altro aspetto: la poca furbizia ed il nervosismo, tanto da farci sembrare ingenue mammolette al cospetto degli avversari. Ammonizioni per protesta, che causano squalifiche, non devono essere prese, tenendo bene a mente che gli arbitri, contro di noi, si sentono sotto esame e vogliono far vedere, al loro esaminatore, che a fine gara fa con loro la disamina della partita, di non soffrire alcuna sudditanza psicologica. Agli avversari che maramaldeggiano, vedi Cenaia, al termina di una partita a loro favorevole, si da appuntamento alla gara di ritorno, a muso duro, ma non si vanno a commettere falli di reazione a partita finita e sotto gli occhi dell’arbitro, è stupido e deleterio.
Terzo aspetto, la gestione della gara. Troppo spesso il Livorno subisce il ritorno degli avversari e subisce troppi goals. Il mister deve lavorare molto in questa ottica, la partita di coppa Italia è emblematica. Essere in vantaggio di misura a 60 secondi dal termine, impone la gestione della palla, il fallo tattico a centrocampo, l’attaccante che va verso la bandiera del calcio d’angolo e si arroca nell'angolo facendo scorrere il tempo. Tutto questo non è avvenuto e forse non avviene per la mentalità poco furba dei giovani calciatori, che tendono sempre ad impostare, anche quando la partita è agli sgoccioli e serve mantenere il risultato.
Questi, a nostro parere, sono gli aspetti sui quali il nostro allenatore deve lavorare, a testa bassa ed in fretta. Il campionato non ci aspetta e va vinto, senza se e senza ma.
Autore: Paolo Verner / Twitter: @amarantanews
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