San Marzano sul Sarno – Nato a Thiene il 21 gennaio 1970, Mauro Zironelli è l’allenatore del San Marzano, attualmente undicesimo con 28 punti nel Girone G del campionato di Serie D: il tecnico veneto ha ereditato la guida tecnica della squadra blugranata, neopromossa in serie D dopo la vittoria del campionato di Eccellenza, da Domenico Giampà e ha collezionato fin qui 16 punti in 13 partite, attraverso un ruolino di marcia fatto di 4 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte che, al momento, valgono un margine di 2 punti sull’ultima piazza della zona playout, attualmente occupata da Trastevere e Anzio 1924.
Da calciatore, Mauro Zironelli ha militato in tutte le categorie professionistiche e, con la maglia della Fiorentina, ha financo disputato la partita di ritorno della finale di Coppa Uefa contro la Juventus (Fiorentina-Juventus 0-0, 16 maggio 1990); da allenatore, ha intrapreso una carriera che, partendo dai settori giovanili di Bassano e Vicenza, lo ha portato ad allenare in Serie C (Mestre 2017/2018, Juventus U23 2018/2019, Modena 2019/2020, Sambenedettese 2020/2021 e Lecco 2021/2022) e in serie D, categoria in cui ha collezionato 121 vittorie, 70 pareggi e 83 sconfitte, vincendo un campionato con il Mestre (2016/2017) e ottenendo un secondo, un terzo e un quinto posto, rispettivamente con Alto Vicentino (2015/2016), Sacilese (2013/2014) e Luparense (2022/2023).
Abbiamo contattato telefonicamente mister Zironelli per la sua esperienza e perché, tra i tanti allenatori avuti in carriera dal nuovo attaccante amaranto Simone Rossetti, è uno di quelli che lo ha impiegato con più continuità, sia dal primo minuto sia a gara in corso, e con il quale ha avuto una delle sue migliori medie realizzative: il tutto è avvenuto ai tempi del Modena, nel Girone B della Serie C, allorquando Rossetti riuscì a realizzare 5 gol e 1 assist in appena 17 partite disputate, per un totale di 599 minuti giocati.
Mister Zironelli, il Livorno ha acquistato Simone Rossetti all’ultimo giorno di mercato, a seguito della sua rescissione contrattuale con il Novara, e domenica scorsa, nella partita casalinga contro il Real Forte Querceta, è arrivato anche il suo primo gol, realizzato nella giornata del suo esordio allo stadio Armando Picchi. Di che giocatore si tratta?
"Simone Rossetti è un giocatore importante per la Serie D, che ha quasi sempre giocato in C (fatta eccezione per le due stagioni disputate in quarta serie con i colori sociali di Castiadas e Mezzolara, ndr): credo che, scegliendo di andare a Livorno, abbia sposato il progetto della società labronica e abbia inteso fare un passo indietro per farne due avanti immediatamente dopo, sperando di riuscire a conquistare la Serie C in maglia amaranto; del resto, è un giocatore classe ’97 per cui è ancora in tempo per dare nuovo slancio alla sua carriera.
Per quanto mi riguarda, non posso che parlarne bene: quando arrivò al Modena nell’estate del 2019 per volere del direttore generale di allora, era reduce da un terzo posto nell’Imolese guidata da Alessio Dionisi e faceva parte di un folto gruppo di giovani calciatori giunti in Emilia nell’ottica di un’opera di ringiovanimento della squadra: si mise subito in luce per le sue doti di ascolto e per la sua volontà di migliorarsi sempre.
Lo schema di gioco di quel Modena - ha argomentato Zironelli - era alternativamente il 3-5-2, il 3-4-2-1 o il 3-4-3 e Rossetti interpretava il ruolo della punta centrale che teneva alta la squadra e che apriva gli spazi per gli inserimenti di Tulissi, Sodinha o Spagnoli: so che in passato ha giocato anche con il 4-3-1-2 e, in ragione delle sue caratteristiche fisiche e del suo approccio alla partita, sono convinto che possa giocare con qualsiasi tipo di modulo.
A livello tattico, è un giocatore molto duttile e altrettanto volenteroso: è un giocatore generoso, che si fa in quattro là davanti per fare pressing sul portatore di palla avversario e per attaccare la profondità, ma ha anche grande forza fisica per cui ha le capacità atletiche per fare la prima punta buttandosi dentro l’area di rigore, senza tuttavia pagare dazio dal punto di vista della progressione e della velocità.
Dal punto di vista umano, lo ricordo come un bravissimo ragazzo, che non si tira mai indietro e con una forte predisposizione al confronto: quando l’ho avuto con me a Modena mi ha fatto una buonissima impressione e si è sempre messo a disposizione, mia e della squadra".
Mister, in Serie D Lei ha vinto un campionato con il Mestre e ha ottenuto tre qualificazioni playoff con Sacilese, Alto Vicentino e Luparense: qual è il segreto per ben figurare in questo campionato?
"Conosco bene il Girone C, però adesso mi sto confrontando con il Girone G e devo dire che anche questo è un girone molto impegnativo: indipendentemente da ciò e dalle peculiarità di ogni singolo girone, per fare bene in Serie D bisogna avere continuità di risultati e cercare di inanellare delle serie positive per incamerare autostima come gruppo e questo lo si può fare solo attraverso una metodologia costante, che consenta di raccogliere tanti risultati: per fortuna, ho avuto la ventura di avere degli ottimi gruppi, che mi hanno seguito con abnegazione e, quindi, è sempre andato tutto bene".
È sempre valido, secondo Lei, il vecchio detto, secondo cui in Serie D esistono gironi più facili e gironi più difficili oppure si equivalgono un po’ tutti, a livello di difficoltà?
"Credo di sì: credo che ci siano dei gironi un po’ più difficili, a cominciare da quello veneto e da quello lombardo, senza dimenticare il Girone H (formato da squadre della Basilicata, della Campania e della Puglia, ndr): nel complesso, ci sono buone squadre un po’ dappertutto, però tre-quattro gironi sono più difficili degli altri".
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