Livorno – Difensore arcigno e potente, con uno spiccato senso del gol, Giuseppe Geraldi è uno degli ex amaranto più amati dal pubblico labronico. Le sue prestazioni sempre precise e puntuali, coronate come detto da gol pesanti e di pregevole fattura, lo hanno reso sin da subito uno dei cardini della retroguardia livornese da prima con Stringara in panchina ed a seguire con Osvaldo Jaconi.
Giuseppe, sei rimasto in amaranto dal 97 al 2001 con oltre 100 presenze in amaranto e 9 gol. Che ricordi di quell’esperienza.
“Allora a Livorno sono cresciuto come uomo e come calciatore. Sono arrivato giovanissimo e mi sono formato. Ho vissuto gioie e dolori purtroppo non riuscendo mai a festeggiare la vittoria di un campionato. Dopo Livorno sono riuscito ad approdare in B a Crotone, quindi a Livorno sarò sempre grato”.
Il 1997-98 fu un anno particolare culminato ahimè con la finale persa a Perugia. Che ricordi di quell’anno.
“Guarda nonostante tutte le vicissitudini avute è stato un anno fantastico. E’ mancata purtroppo la ciliegina sulla torta. A livello personale poi pensavo di giocare poco invece ho fatto 33 presente ed ho avuto la fortuna di segnare un gol decisivo in semifinale contro l’Alzano e sfiorarne uno in finale contro la Cremonese. Il ricordo più emozionante è quello di vedere così tanti livornesi presenti a Perugia, addirittura non riuscivamo ad arrivare col pullman allo stadio. Incredibile. Ancora oggi ho i brividi”.
Raccontaci allora la gioia per aver segnato forse il gol più importante, in semifinale con l’Alzano, e quello che poteva diventarlo, con la cremonese in finale annullato.
“Quello con l’Alzano di fatto, anche se poi segnò Vincioni su rigore, ci diede la possibilità di accedere alla finalissima mentre quello annullato contro la Cremonese ci ha dato, per qualche istante, l’illusione della possibile promozione. Ripensandoci però due gol decisivi in semifinale e finale segnati da un difensore sarebbe stato forse un po' troppo (sorride)! Il gol di Perugia l’ho rivisto milioni di volte ed ancora non riesco a capire se ero in fuorigioco o meno, peccato!”.
A Livorno hai avuto due tecnici molto importanti Stringara e Jaconi. I ricordi ed i punti di forza dei due.
“Allora due grandi tecnici e due grandi uomini dalle vedute però opposte. Stringara, che poi ho ritrovato anche a Spezia, giovane con idee moderne ed innovative voglioso di mettersi in luce mentre Jaconi, più conservativo e più esperto, ti faceva sentire a casa. Comunque due vincenti che ringrazierò per sempre per la fiducia riposta in me”.
L’infausta gara di Como ha di fatto chiuso la tua esperienza in amaranto. Come mai decidesti di lasciare Livorno.
“Sono sincero sarei rimasto a Livorno nonostante avessi tante richieste anche dalla serie B. Poi è arrivato il Crotone che mi offriva un ricco contratto ed a quel punto, nonostante avessi provato a cercare un accordo con la società amaranto, decisi per approdare in Calabria. Feci una scelta di vita ma ci tengo a precisare che sarei rimasto a vita Livorno”.
Oggi che rapporto ha Giuseppe Geraldi col mondo del calcio.
“Sono ancora legato al mondo del calcio, ovviamente. A Sciacca, dove vivo, dirigo una scuola calcio dove abbiamo maglie rigorosamente amaranto, a conferma del grande rapporto e ricordo che ho di Livorno. Alleno poi in promozione una squadra di un paese vicino a dove abito dopo aver vinto il campionato di prima categoria. Diciamo che comunque sono pronto a valutare offerte, nel caso mi arrivassero, anche da fuori”.
Degli ex compagni ai tempi di Livorno senti ancora qualcuno.
“Guarda ho avuto la fortuna di fare il corso di diesse con Igor Protti. Poi sento spesso Bonaldi, Scalzo e vedo Scichilone visto che abita vicino a me. Avevamo davvero un bel gruppo”.
Immagino tu segua ancora le vicende del Livorno.
“Ovviamente si, tra l’altro ho avuto Indiani come allenatore ed ero sicurissimo lo scorso anno che avrebbe centrato la promozione. Livorno è sempre nel mio cuore, come ti ho detto i ragazzi della scuola calcio hanno la maglia amaranto per questo. Spero un giorno di poter tornare, magari nelle vesti di allenatore, per regalare quella promozione che purtroppo da calciatore non sono riuscito ad ottenere”.
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