Livorno – Un’inchiesta approfondita e dettagliata uscita oggi, mercoledì 19 novembre, sul portale Codice Rosso, Codice-rosso.net, dal titolo “Us Livorno, una componente del capitale di rischio di Joel Esciua”, mette l’accento sulla situazione economico-finanziaria del Livorno e sul suo proprietario, Joel Esciua, fornendo una lettura della situazione e della crisi societaria dell’Us Livorno 1915.
“Dall’inizio dell’estate la tifoseria livornese si chiede cosa stia accadendo alla società amaranto”, spiega in avvio di articolo, che risulta firmato dalla ex redazione di Senza Soste. Le domande principali, secondo l’estensore dell’articolo, sono tre: perché il Livorno, dopo una stagione solida, è arrivato in Serie C con mezzi finanziari insufficienti? chi è davvero Joel Esciua, presidente del club? e perché, pur in piena crisi, continua a rifiutare offerte di acquisto?
Le testimonianze raccolte, si legge nel contributo, parlano di gravi difficoltà economiche, sia per la prima squadra sia – in modo ancor più evidente – per il settore giovanile. Da quanto emerge, il quadro è questo: 1) il Livorno entra in crisi quando il settore finanziario in cui opera Esciua mostra segnali pesanti di instabilità; 2) Esciua tratta il club come un bene da capitale di rischio soggetto a rialzi e ribassi; 3) in questo schema “non vendere” è la strategia tipica di chi tenta di recuperare il capitale investito. Inoltre, per guadagnare davvero, Esciua deve vendere non il Livorno ma la sua controllante Polimeta, dal valore potenzialmente più alto.
La crisi delle sue attività finanziarie, continua l’articolo. esplode tra il 2024 e il 2025. In aprile Esciua si dimette da una società londinese e poco dopo emergono frizioni con il direttore generale Vittorio Mosseri, suo principale garante a Livorno. Seguono i problemi noti ai tifosi: liquidazione della squadra che aveva dominato la Serie D e caos completo nelle giovanili. Alla base c’è la difficoltà di Esciua, proprietario unico di Polimeta, di ottenere credito per sostenere il club.
La struttura dell’Unione Sportiva Livorno 1915, si sostiene, riflette un modello ormai diffuso: il controllo societario tramite una Spv (Special purpose vehicle, modello di società società creato per uno scopo specifico e limitato, ndr), in questo caso la britannica Polimeta Limited. Si tratta di una “scatola” con capitale minimo, senza dipendenti né attività proprie, creata unicamente per possedere il Livorno e isolare il rischio. I documenti indicano Esciua come cittadino francese con residenza tra Uruguay e Inghilterra, profilo tipico di un finanziere mobile.
Perché usare una Spv? Codice Rosso afferma che i motivi sono due: proteggere il patrimonio personale e facilitare una futura vendita della “scatola” anziché del club. Il bilancio di Polimeta mostra patrimonio netto nullo: ciò che entra esce sotto forma di debito. La logica è quella del venture capital: acquistare a poco in Serie D, investire il minimo indispensabile, rivendere a molto.
Il problema è che un club di Serie C spesso spende più di quanto incassa. Per sopravvivere, il proprietario deve immettere denaro continuo tramite “finanziamenti soci”, ovvero prestiti interni dalla holding al club. Se però l’asset non cresce di valore o la liquidità si riduce, il sistema si inceppa.
Nel 2024-25, secondo quanto accaduto da Codice Rosso, è accaduto e sta accadendo proprio questo: il business principale di Esciua soffre, i mercati emergenti e il debito sudamericano subiscono scossoni, e il dollaro – valuta in cui probabilmente Esciua guadagna – si indebolisce rispetto all’euro, in cui il Livorno paga tutto. Così le perdite del club diventano più costose e cresce lo stress di liquidità.
In queste condizioni Esciua cercherebbe di recuperare i finanziamenti soci, ma l’art. 2467 del Codice civile rende quei crediti “postergati”: vengono rimborsati solo dopo tutti gli altri. Di fatto, sono soldi intrappolati. Per questo Esciua non vende: a contare non è il valore del Livorno, ma quello della scatola Polimeta, che può essere ceduta tramite “share sale”, soluzione più vantaggiosa e fiscalmente più leggera.
Oltre alle note uscite di scena folkloristiche del presidente, la vicenda mostra soprattutto l’assenza di controlli sul profilo di rischio dell’operazione fin dall’acquisizione. L’applicazione delle logiche degli “emerging markets” a una società con forte identità territoriale ha lasciato dietro di sé terra bruciata: crisi finanziaria, gestione opaca e il dramma del settore giovanile. Così si è sviluppata l’ennesima crisi della Us Livorno.

Sezione: Calcio / Data: Mer 19 novembre 2025 alle 23:25
Autore: Marco Ceccarini
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