Una gara cinque durata dieci mesi, il giudizio sulla stagione della Libertas

14.06.2024 21:44 di  Giorgio Perasso   vedi letture
La gioia della Libertas
La gioia della Libertas
© foto di Filippo Del Monte

Livorno - Siamo a inizio settembre: la Libertas, seppur reduce da una cocente eliminazione per mano della poi promossa Vigevano, non ha avuto dubbi nel riconfermare in blocco lo zoccolo duro. Ha aggiunto nel mercato estivo freschezza, puntando su Tozzi, Allinei e Buca, tutte scommesse che si riveleranno vincenti. In ritiro perde Capitan Forti, anima della squadra, che non potrà più scendere in campo e sarà rimpiazzato da Leon Williams, giunto in Italia a una sola settimana dall'apertura dei battenti. Il Derby di Coppa perso malamente, un avvio di campionato difficile, le polemiche che fioccano sui membri dello staff e della squadra. Ma il presidente Consigli blinda la panchina di Andreazza; il Coach veneto sopporta il tutto con grande stoicismo, mentre continua a plasmare con pazienza il sistema di gioco amaranto. Con coraggio concede più spazio ai giovani, i quali non tardano a ripagare la fiducia. Dalla vittoria casalinga con Rieti ha inizio la cavalcata: una striscia di vittorie apre le porte ai piani alti della classifica, mentre il trionfo nel primo derby sancisce la qualificazione alle finali di Coppa Italia. La LL, a Roma, perde un'altra finale. Intanto arriva Terenzi per tamponare l'emergenza infortuni, ma dopo pochissime apparizioni il ginocchio di Diego fa crack. Alla sfortuna l'amaranto sta bene addosso, ma il gruppo ha ben altre intenzioni per questa stagione: per chi temesse qualcosa per la tenuta atletica arriva il tris di vittorie fuori casa in sette giorni, per chi sperasse di non incrociare i cugini nella post season arriva la grande prestazione contro Herons che blinda il secono posto. La ciliegina viene posata sulla torta il 21 aprile: la netta affermazione nel derby è ulteriore carburante per l'entrata nella post season. Il resto è storia: il percorso playoff è stato tortuoso, il bel gioco presente solo a tratti, ma spalle al muro, quando la palla pesava come un macigno, sono emersi i valori e gli attributi di un Gruppo che si è esaltato nelle difficoltà, regalando un sogno a tre generazioni di libertassini.

Forti Partire da lui è un dovere: primo acquisto della Libertas in serie B e primo capitano. Presentato da Guglie nell'estate 2020 si è commosso per il calore della sua gente, per tre anni ha lasciato in campo tutto quello che aveva. Poi l'infortunio al ginocchio, sta al fianco della squadra fino a gennaio e lascia esattamente come aveva cominciato: non contiene le lacrime, il Pala Macchia gli riserva il tributo che si merita.

Fantoni Il ruolo di capitano non lo eredita perchè si chiama Fantoni e perchè ha presenze in nazionale. Lo eredita perchè le qualità di leadership e carisma sono intrise nella persona e nel giocatore. Il secondo tempo di gara cinque a Roseto vale una stagione, è forse lui l'uomo simbolo della promozione.

Saccaggi Carrarino purosangue alle prese con grossi problemi fisici, durante la stagione si arrabbia come un matto quando Andreazza lo toglie dopo diversi minuti in campo. Ma il Coach sa quello che fa: dosarlo si è rivelata la mossa vincente, perchè SaccaBomb nei playoff è stato IL valore aggiunto della Libertas. Il canestro a Faenza e le due triple che hanno gelato il Pala Maggetti la dicono lunga sulla caratura del numero 14 amaranto.

Fratto "Be us", traducibile come "essere noi". Questo recita la lavagnetta di Andreazza in gara quattro di finale, ma l'autore del graffito non è il Coach, bensì Francesco Fratto. Un leader vero: gioca tutta la serie finale sul dolore risultando decisivo. La tripla di tabella che sancisce che gli Dèi del basket questa volta sono dalla nostra parte esce dalle sue mani.

Allinei È in curva al derby di aprile 2023, rimane folgorato. La doppia elle è nel suo destino. Dalla prova di Montecatini alla sesta giornata si va affermando: nasce la Greg Mania, e il suo rendimento sale vertiginosamente. Nei playoff è il giocatore più utilizzato, e lo crediamo bene: i 17 di gara quattro e i 20 della "bella" con 6 triple sono il biglietto da visita per la prossima serie A2.

Williams Il Leone ha deluso coloro che si aspettavano lo straniero "da bollicine", ma il suo ruggito ha messo in moto il motore Libertas, che fino alle ore 22:45 di mercoledì 12 giugno non si è spento. Un mastino in difesa, quasi cinque assist di media e la capacità di segnare canestri importanti pur non essendo un tiratore puro.

Tozzi Che fosse forte lo aveva dimostrato a nostre spese, rifilando alla Libertas un ventello in piena pandemia. Ma forse nessuno si aspettava un impatto così. Un artista a tutto tondo: ballerino e pianista prestato alla pallacanestro, autentico rebus per le difese avversarie. Spesso è stato delle sue iniziative personali il merito di rompere i digiuni offensivi libertassini.

Bargnesi Dopo l'exploit della stagione scorsa fa un po' di fatica all'inizio. Ma "Bargne" prende velocemente le contromisure: l'intensità è una costante e le sue sfuriate, anche quest'anno, hanno messo un'ipoteca su diverse vittorie. Affiancare la sua pericolosità offensiva alla regia di Williams è stata un'arma tattica fondamentale in molti finali di partita. Il suo parziale di 5-0 in gara due di finale vale una bella fetta di quella fondamentale vittoria.

Lucarelli Talento cristallino, caratterizzato da una freddezza quasi disumana che lo rende l'eroe del derby di andata. Fino al 10 marzo, quando le cose in attacco vanno male è "Palla a Gamba e ci si abbraccia". Ma a Fiorenzuola il ginocchio va giù. Jacopo fa di tutto per esserci ai playoff; in gara cinque con Faenza sposta gli equilibri, ma non sta bene e si vede. Nuovo infortunio. La sua assenza rende l'impresa ancora più grande.

Ricci Amos ha la doppia elle tatuata sul petto, è ormai un livornese acquisito che ha giocato su una sola caviglia dal 7 gennaio. Per la maglia, per la città ha dato tutto ciò che aveva. Per l'abnegazione e la voglia di lottare, anche nelle giornate storte risulta tra i migliori. Amos ha trovato una seconda casa a Livorno, e i libertassini gli saranno eternamente grati.

Buca Se il rendimento di Fantoni è forse cresciuto rispetto allo scorso anno, parte del merito è da attribuire al giovane Dorin. Il gigante amaranto, alla prima esperienza professionistica, è cresciuto esponenzialmente durante la stagione, assicurando minuti di grande qualità a supporto della rotazione. Autentico fattore in difesa, e in attacco, quando il playmaker la alza, non c'è difensore che possa qualcosa.

Terenzi Giunto a Livorno a metà stagione per sopperire alle assenze, ha giusto il tempo di entrare nei cuori dei tifosi prima di infortunarsi gravemente a Piacenza. Diego ha voglia di rivalsa, nella vita e nel basket: si tuffa su tutti i palloni, prima che il destino si accanisca di nuovo su di lui. Questa vittoria è sua come di tutti gli altri.

Andreazza "L'attacco vende i biglietti, la difesa vince i campionati". La famosa citazione, per quanto possa sembrare scontata, è a misura di Andreazza. Il nativo di Montebelluna ha condotto la Libertas al traguardo, e lo ha fatto grazie a competenze, leadership, schiettezza e simpatia. Mai oltre le righe, nel parcheggio del Pala Maggetti ha tolto le vesti di Coach e si è improvvisato capo ultrà: "Andreazza portaci il prosecco!"