Livorno – Era una calda serata di primavera inoltrata, quella del 29 maggio 2004, la notte che la Serie A, dopo oltre mezzo secolo, ritrovò il Livorno.
Lo stadio Garilli, dove il Livorno affrontò la locale formazione del Piacenza, si presentò quasi interamente occupato dai tifosi amaranto. Tutto lasciava immaginare che la data era di quelle che rimangono nella storia, anche se la gara si preannunciava tutt’altro che semplice in quanto il Piacenza, vincendo, poteva rimanere in lotta per una non facile promozione. Ma un successo avrebbe potuto far salire di categoria gli uomini di Walter Mazzarri con il conseguente ritorno del Livorno nella massima divisione dopo 55 anni.
Al seguito della formazione amaranto vi erano oltre diecimila sostenitori. Fu una vera e propria migrazione, come d’altrone allora capitava spesso, senza biglietti nomativi, tornelli, tessere del tifoso, posti contingentati. In campo la formazione di Mazzarri, dopo un primo tempo a reti inviolate, ebbe la meglio dando spettacolo e andando in gol nella riptresa con Gennaro Ruotolo, Matteo Melara e Cristiano Lucarelli, il quale dopo il gol, regalando ai tifosi un’immagine divenuta iconica, si tolse la maglia per mimare a terra con essa un amplesso d’amore.
Il contemporaneo pareggio della Fiorentina a Catania consegnò al Livorno la matematica certezza della promozione e dette il via alla festa: una festa che si consumò allo stadio piacentino imbandierato d’amaranto, sull’autostrada in ogni autogrill dove i tifosi si fermavano, quindi a Livorno, allo stadio Picchi e alla Rotonda d’Ardenza, per le strade di una città che quel sabato notte non ebbe voglia di dormire.
Era una squadra fortissima, quella che il presidente Aldo Spinelli aveva messo in piedi. In porta si alternavano Nicola Pavarini e Gianmatteo Mareggini con il giovane Luca Mazzoni alle spalle, la difesa poteva contare su mostri sacri come Giorgio Chiellini, Juriy Cannarsa, Richard Vanigli, Matteo Melara, Stefano Fanucci, il roccioso Ruotolo, le fasce laterali erano affidate ai settepolmoni Marc Pfertzel e Davide Balleri, il centrocampo puntava su Alessandro Doga, Luca Vigiani, la riserva Andrea Rabito e su Dario Passoni tornato dalla Russia, l’attacco su capitan Protti, Tomas Danilevicius, sul rincalzo Emiliano Biliotti e sul bomber Lucarelli che aveva rinunciato al famoso miliardo pur di vestire la maglia amaranto. Assieme Protti e Lucarelli, i gemelli del gol, realizzarono ben 54 reti: 29 Lucarelli e 25 Protti. Con 46 presenze in campionato, più quella nell’unica partita di Coppa Italia prima del ritiro della squadra, Protti fu anche il giocatore del Livorno con il maggior numero di presenze.
Eppure l’avventura era iniziata in modo rocambolesco. La Figc, a seguito di un ricorso del Catania, aveva ampliato il campionato di Serie B, a stagione ormai iniziata, a 24 squadre, motivo per cui tante società cadette, tra cui il Livorno, si erano ritirate dalla Coppa Italia. Poi, una volta iniziato il torneo, la squadra amaranto, sostenuta da quasi seimila abbonati (esattamente 5781, ndr) aveva iniziato a macinare vittorie e si era inserita nella lotta per la promozione conducendo a termine un campioanto straordinario.
Poche settimane prima, nel derby con la Fiorentina, il 1° maggio 2004, vinto 2 a 0 all’Ardenza con reti di Protti e Lucarelli, il Livorno aveva fatto segnare il record stagionale di spettatori paganti, ben 18 mila (esattamente 18001, ndr), in una gara in notturna, trasmessa pure da Sky, che segnò anche un altro evento da ricordare della storia amaranto: essa fu la prima partita del Livorno trasmessa da una piattaforma web, Tiscali, che all’epoca provò ad offrire questo servizio, non riscuotendo tuttavia il successo sperato. I tempi, forse, non erano maturi. La prima web-tv a trasmettere in diretta le telecronache del Livorno (gare esterne, ndr) è stata in effetti la nostra web-tv, Amaranta Tv, nella stagione 2021-22, nell’anno della ripartenza dopo la fine dell’era Spinelli.
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