Livorno - L'hombre del partido è un ragazzone di quasi due metri di sangue romagnolo. Matteo Ronchi, classe '96, con una capocciata all'ultimo istante, quando davvero quasi nessuno ci sperava più, ha salvato il Livorno nel big-match contro il Grosseto. "Sono molto contento di aver fatto il gol del pareggio ma non per me ma per la squadra perché era molto importante. Mancavano cinque minuti ho chiesto al mister di avanzare, in quel momento non c'era molto da giocare ma buttare la palla in avanti e l'ultima palla è stata quella decisiva. Un'emozione indescrivibile, correre sotto la curva è incredibile. Io, poi, sotto una curva del genere non avevo mai giocato. Tutto bellissimo".
Sulla partita il centrale amaranto è critico come giusto che sia: "Purtroppo abbiamo regalato il primo tempo ma nella ripresa siamo riusciti ad abbassarli, averla agguantata è fondamentale perché ci permette di lavorare al meglio in settimana, adesso dobbiamo rimanere con i piedi per terra. Ma è un risultato importantissimo a livello morale perché ci dà grandi motivazioni per fare sempre meglio".
Un reparto, quello difensivo, che anche contro i maremmani ha mostrato qualche crepa, già intravista a Poggibonsi: "Gli errori li commettiamo tutti ma si sbaglia sempre come squadra, mai come singolo. Poi, è chiaro, essendo una squadra nuova nel settore difensivo possono esserci più errori, li dobbiamo correggere anche perché davanti abbiamo giocatori importanti, di un'altra categoria e noi dietro dobbiamo essere impeccabili. La strada è ancora lunga".
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