Livorno – Alessandro Calvosa scende sulla corsia di sinistra e serve a Jacopo Marinari un diagonale da sinistra verso destra, che l’attaccante livornese è bravo a scaricare in rete con un fendente che non lascia scampo al portiere ospite, Jacopo Pagnini: comincia così la splendida giornata del talento made in Livorno che, andando in gol per la seconda volta in questa stagione, ha coronato un 2024 da sogno.
“Abbiamo iniziato la stagione con la convinzione di essere una squadra forte: da lì, siamo migliorati e ci siamo dedicati alla cura dei dettagli anche se qualcosa ancora sbagliamo, come è avvenuto in occasione del gol subito: a prescindere da ciò, dobbiamo migliorare sempre ancora un po’, con la consapevolezza che abbiamo fatto una grande prima parte di campionato e che dobbiamo continuare così”.
Quando si parla di e con Marinari, l’argomento principe non può non essere la trasformazione da attaccante in esterno che il giocatore sta vivendo: “La qualità del mio rendimento è tutto merito del Mister: io ero un attaccante e il Mister sta cercando di trasformarmi in un esterno; io mi trovo bene nel nuovo ruolo, anche perché ho tanta corsa e cerco sempre di dare il meglio per la maglia”.
Il paragone rispetto a quando giocava con la formazione Juniores, per Marinari, è chiaro: “Giocare con la Juniores e giocare con i grandi sono due cose completamente diverse: giocando con i grandi, mi rendo conto io stesso di essere più adatto come esterno perché, in questo ruolo, offendo e difendo. Sto cercando di migliorare nella fase difensiva, ma se il pallone mi capita lì davanti, non mi dispiace buttarlo dentro (ride, ndr)”.
“Io ho svolto tutto il settore giovanile nel Livorno ed è normale che, iniziando il settore giovanile in amaranto, il sogno di tutti i ragazzi sia quello di arrivare a giocare in prima squadra: io ci sono riuscito e penso solo a continuare a migliorare” ha argomentato il classe 2005.
“Non mi aspettavo di giocare così tanto – ha affermato Marinari avviandosi a concludere – so che il Mister era venuto a vedere alcune mie partite quando ancora giocavo come attaccante: in ritiro mi ha trasformato e, partendo da questo nuovo ruolo, ho lavorato sodo tutta l’estate. E se ora gioco, vuol dire che gli vado bene così”.
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