Livorno – Nato a Firenze il 25 settembre di 26 anni fa, Duccio Brenna indossa la fascia da capitano di una squadra che, alla ventiduesima giornata di campionato, può vantare un distacco di 10 punti sulla seconda piazza attualmente occupata da Fulgens Foligno e Seravezza, e che, nella giornata di oggi, ha ottenuto la nona vittoria casalinga stagionale, ha segnato il cinquantesimo gol in campionato, grazie a un’invenzione di Alberto Arcuri, e ha mantenuto inviolata la propria porta per la nona volta dall’inizio della stagione, la quarta nelle ultime cinque partite.
Nel presentarsi in sala stampa, Brenna esordisce così: “Siamo superfelici per la vittoria di oggi perché volevamo assolutamente questi tre punti, anche per ripagare tutto l’affetto che abbiamo ricevuto domenica scorsa a Grosseto; e, come se non bastasse, tenevamo a vincere perché regalare tre punti ai nostri tifosi in questo stadio è sempre bello tanto più, se come è accaduto oggi, i risultati che arrivano dagli altri campi sono favorevoli”.
Di fronte a sé, il Livorno aveva il peggior attacco del campionato ma anche la seconda miglior difesa, inferiore soltanto a quella del Siena: “Eravamo consapevoli che avremmo potuto trovare delle difficoltà nel perforare la difesa avversaria e che avremmo dovuto rimanere lucidi perché l’occasione risolutiva sarebbe potuta arrivare anche nei minuti finali: così è stato e, qualora ce ne fosse stato bisogno, abbiamo dimostrato ancora un’altra volta il carattere che ha questa squadra e quanta voglia abbia di arrivare all’obiettivo finale”.
I numeri dicono che, nell’arco della stagione, il Livorno ha mantenuto inviolata la propria porta già in nove occasioni e che, dall’inizio del 2025, ha subito gol solo dalla Fezzanese (doppietta di Mamadou Ngom e gol di Luca Mariotti): “Questo dato fa piacere, da un lato, e, da un altro lato, è fonte per noi di grande rammarico perché avremmo potuto tagliare il traguardo della quinta giornata di ritorno senza aver subito gol nel 2025: purtroppo, non è stato così e tutto ciò deve essere per noi fonte di nuovo slancio nel continuare a lavorare”.
“La nostra condizione attuale – ha proseguito Brenna – rappresenta il raggiungimento di un punto di equilibrio tra fase offensiva e fase difensiva, che è stato possibile ottenere soltanto attraverso il lavoro quotidiano, portato avanti settimana dopo settimana: è normale che, quando lavori tanto, i frutti prima o poi comincino a vedersi, così come è normale che le incertezze del passato siano state in parte dovute anche ai tanti innesti che questa squadra ha subito in avvio di stagione; da calciatore, posso dirvi che è quasi impossibile non commettere errori per novanta minuti, ma stiamo cercando di limitarli il più possibile e, quando l’occasione arriva nel finale come è successo oggi, finisce che vinciamo per uno a zero”.
Il primato in classifica e i tanti risultati positivi stanno facendo sì che la squadra stia riuscendo a costruire un solido rapporto con i propri tifosi, dopo le tante delusioni degli ultimi anni: “Fa piacere che i nostri tifosi ci stiano vicini: del resto, il fatto di riuscire a portare 1.500 persone a Grosseto è il segnale che stiamo riuscendo a fare qualcosa di buono; il nostro lavoro consiste nel riuscire a regalare loro il maggior numero possibile di soddisfazioni, perché meritano che noi diamo il massimo per loro e, soprattutto, meritano di tornare nel calcio professionistico”.
In assenza di Andrea Luci, Brenna indossa la fascia di capitano della squadra e il centrale fiorentino, alla sua quarantatreesima presenza in campionato in maglia amaranto, non può che essere raggiante per questo motivo: “Ho avuto la fortuna di vestire la fascia di capitano anche a San Donato, ma farlo qui a Livorno ha una risonanza completamente diversa: Andrea è e rimane il capitano di questa squadra, ma sto cercando di attingere il più possibile da lui perché credo che sia un esempio nel costruire e nel mantenere i rapporti all’interno dello spogliatoio, con la stampa, con i tifosi e con tutte le altre componenti” ha concluso l’ex difensore del San Donato Tavarnelle.
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