Livorno - L’ex arbitro internazionale Piero Ceccarini, in esclusiva al portale Amaranta.it, ha replicato alle affermazioni che l’ex portiere Gianluca Pagliuca ha fatto lo scorso 12 marzo alla Domenica Sportiva, dove ha riaperto la polemica sul rigore ingiustamente o giustamente negato all’Inter, a seconda dei punti di vista, nella più discussa sfida di sempre tra Juventus ed Internazionale, quella disputata a Torino il 26 aprile 1998.
Pagliuca, che di recente ha pubblicato un libro autobiografico, alla celebre trasmissione della Rai ha affermato che, dopo lo scontro tra il nerazzurro Ronaldo De Lima e il bianconero Mark Iuliano non sanzionato da Ceccarini, ci fu un parapiglia nel corso del quale avrebbe dato un “piccolo pugno nel fianco” all’arbitro, il quale avrebbe chiesto chi fosse stato proprio a Pagliuca, ma lui avrebbe detto una “bugia” affermando che non lo sapeva. L’ex portiere ha poi aggiunto che “questo episodio l’ho raccontato perché in un libro bisogna scrivere anche cose che non vorresti dire” e ha concluso sostenendo che non si è mai scusato con Ceccarini perché “lui dopo non ha più arbitrato” e che se non ha più arbitrato, concetto ripetuto più volte, “evidentemente c’è un motivo”. Secondo l’ex capitano dell’Inter, in quell’occasione, ci fu un “furto” per favorire la Juventus.
“Non ricordo di aver ricevuto un ‘piccolo pugno’ né da Pagliuca né da altri, mentre i giocatori dell’Inter contestavano le decisioni prese. Se c’è stato un contatto, in quelle ‘fasi concitate’, come le definisce Pagliuca, è stato di quelli che in campo possono esserci, non certo un pugno, che sicuramente avrei sanzionato. Su questo le immagini televisive sono eloquenti”, afferma Ceccarini. “Dalle immagini si vede che, mentre i giocatori interisti mi vengono incontro, io mi allontano per raggiungere Simoni, l’allenatore dell’Inter, che era entrato in campo. Non bisogna tra l’altro dimenticare che i fatti che Pagliuca colloca dopo lo scontro tra Ronaldo e Iuliano si sono in realtà verificati al termine dell’azione successiva, quella del fallo di West su Del Piero, dove accordai il calcio di rigore”.
A una ventina di minuti dalla fine di quel “derby d’Italia”, sul rovesciamento di fronte susseguente lo scontro tra Ronaldo e Iuliano, l’interista Taribo West entrò in contatto con lo juventino Alex Del Piero e il direttore di gara accordò il penalty a favore dei bianconeri, che Del Piero fallì. In tale occasione l’allenatore nerazzurro, Gigi Simoni, entrò in campo e Ceccarini lo espulse, proprio mentre alcuni giocatori dell’Inter, tra cui Pagliuca, chiedevano spiegazioni.
Un quarto di secolo dopo, a pochi giorni della nuova ed ennesima sfida tra Juventus ed Inter, Pagliuca ha riaperto la polemica.
“Fermo restando che, in quel momento, io agì nella convinzione che il danno fisico fosse di Ronaldo ai danni di Iuliano e non viceversa, Pagliuca distorce la realtà quando dice che, dopo quella gara, non ho più arbitrato. Ho concluso la carriera al termine della stagione successiva per sopraggiunti limiti di età. Tra l’altro ho fatto in tempo ad arbitrare ancora l’Inter ed ancora Pagliuca. Non capisco come possa inventarsi una cosa del genere”, continua l’ex arbitro Ceccarini. “Non ho mai avuto timori riverenziali verso nessuno. Sono stato arbitro internazionale fin dal 1992 e per anni sono stato anche arbitro d’élite designato in tale ruolo da Uefa e Fifa per le gare di massimo livello internazionale. Pochi mesi dopo quel fatto ho diretto nuovamente l’Inter e ho dato ancora rigore contro quella squadra perché c’era. Chi dice che non ho mai dato rigori contro la Juventus, o peggio ancora non ho mai fischiato falli ai danni di quella squadra, dice il falso. Chi dice che ce l’avevo con l’Inter, idem. In Coppa Italia, nel gennaio 1999, un tiro dell’interista Zé Elias toccò la mia gamba ed entrò in rete. C’erano due giocatori dell’Inter in fuorigioco passivo, che non influirono sull’azione, per cui assegnai la rete. Ho sempre rispettato il regolamento. La verità è che il calcio è fatto di episodi. E gli episodi, di ogni tipo, in campo possono capitare e capiteranno sempre, finché l’arbitro sarà un essere umano”.
Ceccarini, inoltre, aggiunge: “Fare l’arbitro vuol dire prendere decisioni anche impopolari, ma che devono essere prese, se ritenute giuste. Questo non vuol dire che non è possibile sbagliare. Errare è umano. Quando ho sbagliato, però, l’ho sempre fatto senza dolo. Questo deve essere chiaro”.
“Non capisco che vuole Pagliuca dopo tutti questi anni”, conclude Ceccarini. “In studio, in barba a una corretta informazione, tra risatine ed ammiccamenti, si è associata la parola ‘furto’ al sottoscritto. Questo è grave. Io non ho mai rubato nulla a nessuno. Illustri giornalisti sono stati condannati, perfino in Cassazione, quando hanno associato il mio nome a comportamenti illeciti o ai limiti della legalità. Se lo scopo, l’altra sera, era insinuare che io avrei fatto parte di quel sistema che favoriva alcune squadre, tra cui la Juventus, a discapito di altre, replico che Calciopoli è scoppiato nel 2006, ben sei anni dopo quel fatto e cinque dopo il mio pensionamento per motivi anagrafici. Faccio anche notare che, tecnicamente, quell’azione, di cui in molti parlano dopo anni ed anni e dopo averla vista cento volte al rallentatore, era molto difficile da giudicare, sul momento e in velocità. Non c’era il Var. All’epoca, della decisione che prendevi in un decimo di secondo ti dovevi assumere la responsabilità. E io questo ho sempre fatto”.
Infine, la chiosa, rivolta a Pagliuca e ai suoi compagni: “Se dopo quella partita contro la Juventus, invece di pareggiare in casa con il Piacenza e perdere a Bari, vincendo solo all’ultima con l’Empoli, avessero fatto altri risultati, forse anche quel campionato, che la Juve si aggiudicò con cinque punti di vantaggio sui nerazzurri, poteva avere un altro esito”.
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