Serie D. Playoff, il guazzabuglio di regole escogitate dalla Lnd

12.05.2023 15:11 di  Paolo Verner  Twitter:    vedi letture
Serie D. Playoff, il guazzabuglio di regole escogitate dalla Lnd

Livorno - Tra poco più di 48 ore, sapremo. Domenica 14 maggio, ore 19, circa, avremo la certezza di sapere se la compagine amaranto avrà la possibilità di giocarsi la finale del torneino delle deluse, le squadre che l’Arezzo, nel girone E della serie D, ha messo in fila, dal secondo al quinto posto.

Dall’inizio del campionato, mi chiedo che senso abbia, sia in testa che in coda, questa inutile propaggine di stagione, che costringe squadre dalle limitate possibilità economiche, tranne alcune eccezioni, ad allungarla.

Per quanto riguarda i play off, che vedono il Livorno impegnato ad affrontarli ed onorarli, nel puro senso della competizione sportiva, forse sarebbe stato meglio se la LND avesse stabilito criteri più semplici, per gli eventuali ripescaggi,  stilando una graduatoria per stabilirne i criteri, senza dare “parola” al calcio giocato, tanto più che una eventuale vittoria non garantisce un bel nulla,  se non il posto da occupare nella lista delle probabili ammesse al campionato di categoria superiore.

Vediamo di fare chiarezza, anche per evitare che tra i tifosi sorgano illusioni.

Per prima cosa, quali sono le compagini che partecipano agli spareggi?

Eccole, divise per girone:

GIRONE A
Playoff: Sanremese, Bra, Vado, Ligorna.

GIRONE B
Playoff: Alcione Milano, Casatese, Arconatese, Desenzano.

GIRONE C
Playoff: Union Clodiense, Adriese, Campodarsego, Luparense.

GIRONE D
Playoff: Pistoiese, Carpi, Real Forte Querceta, Corticella.

GIRONE E
Playoff: Pianese, Poggibonsi, Follonica Gavorrano, Livorno.

GIRONE F
Playoff: Vigor Senigalli, Trastevere, Alma Juventus Fano, CynthiAlbalonga

GIRONE G
Playoff: Paganese, Casertana, Arzachena, Lupa Frascati.

GIRONE H
Spareggio Promozione: Brindisi, Cavese.
Playoff: Nardò, Barletta, Casarano.

GIRONE I
Playoff: Locri, Trapani, Lamezia Terme, Città di Sant'Agata.

Veniamo ora alle regole e ai requisiti, degne della mente un matematico, oppure di un esperto in cruciverba e rebus.

Per prima cosa Chi vince le finali dei non ha diritto alla promozione, guadagnerà solo un piazzamento migliore nella graduatoria per eventuali ripescaggi.

Le vincenti delle finali dei play off (9) saranno inserite in una graduatoria basata su un punteggio scaturito dalla somma dei requisiti seguenti: media punti in classifica fatti nella stagione regolare.

Punteggio aggiuntivo In base al piazzamento nel  il concorso "Giovani D valore": alla squadra che avrà vinto la finale dei play off sarà attribuito un punteggio di 0,10; alle secondo e terze arrivate, di detto concorso che avranno vinto la finale dei play off  sarà assegnato un ulteriore punteggio di 0,05. In caso di parità di punteggio fra società la precedenza, nella lista, sarà data a quella meglio piazzata in classifica alla fine della stagione regolare.

In caso di ulteriore pari merito, il piazzamento migliore sarà assegnato alla miglior classificata nella Coppa Disciplina al termine del campionato. Se non bastasse, ecco il classico sorteggio a testa o croce.

Roba da perderci la testa e la memoria, oltre a dover essere muniti di un’ottima calcolatrice.

Inoltre, mentre fino allo scorso anno, il criterio di scelta, privilegiava la società di serie D, rispetto alle retrocesse dalla serie C, da quest’anno il processo è alternato, una di C, una di D e così via.

Ciliegina sulla torta, la squadra alla quale verrà proposto il ripescaggio dovrà garantire un fideiussione di 300.000 euro a copertura monte emolumenti tesserati per la stagione 2023/24.

Se avete ancora voglia di leggere e se lo avete fatto fino ad adesso, la domanda sorge spontanea: delle 36 società partecipanti al torneino delle deluse, quante avranno la consistenza economica per garantire una fidieussione così onerosa?

6, 7 al massimo, ricordando i dolorosi casi degli anni passati, quando squadre vincenti furono costrette alla rinuncia dalla mancanza di liquidità.

Allora, a cosa serve questa coda? Secondo me a nulla.

Tanto varrebbe che le due leghe, quella Pro e quella nazionale dilettanti, compilassero una lista unica fatta di retrocesse e squadre di maggior importanza della D, che abbiano manifestato l’intenzione di iscriversi al campionato di categoria superiore.

Con quali criteri? Detto e fatto: graduatoria in base ai campionati di serie A e B disputati negli ultimo 100 anni.

Stadio, campi di allenamento, bacino di utenza, solidità societaria.

Verrebbero evitate delle inutili partite in più, giocate sotto gli occhi di pochissimi spettatori, da giocatori svogliati ed allenatori più propensi a pensare all’ingaggio per la prossima stagione.

Ma siamo nel circo barnum del calcio italiano, dove le cose semplici non stanno di casa.