Esclusiva. Braccini, Livorno: “La mia esperienza al servizio dei giovani"

03.01.2022 15:59 di  Marco Frosini  Twitter:    vedi letture
Marco Braccini del Livorno
Marco Braccini del Livorno
© foto di Tuttocampo.it

Livorno - L'ex direttore sportivo della Pro Livorno Sorgenti, Marco Braccini, è stato chiamato dal presidente del Livorno, Paolo Toccafondi, a svolgere il ruolo di responsabile del settore giovanile. Abbiamo dunque raggiunto telefonicamente Braccini, che ha una lunga esperienza come allenatore e dirigente, parlando con lui del Livorno e del lavoro che dovrà svolgere per ricostruire il settore giovanile di una delle società più importanti del panorama toscano.

Buongiorno Marco, grazie per aver accettato l’invito. Chi è Marco Braccini nella vita di tutti i giorni?

“Ciao Marco, grazie a te. Principalmente sono agente immobiliare da trentanove anni nonché titolare di un'importante agenzia qui a Livorno, ma mi occupo di calcio giovanile e non da ancor più tempo”.

Hai abbandonato il calcio giocato a soli ventitré anni per affermarti come agente immobiliare. Hai qualche rimpianto?

“Sono sincero, ho fatto quello che ho potuto con le doti che madre natura mi ha donato. In giovane età ho avuto la possibilità di effettuare provini con squadre importanti come Fiorentina, Roma e Livorno, e per questo devo ringraziare il Campanile, la società dove sono cresciuto e dove ho mosso i primi passi come allenatore”.

Campanile, Polisportiva Coteto, Carli Salviano, Livorno 9 le prime società dove hai lavorato come allenatore. Che ricordi hai di quelle esperienze?

“La gavetta è alla base di tutto. In tutti gli ambienti dove ho avuto la fortuna di lavorare ho cercato di imparare quanto più possibile conoscendo tante persone con le quali ho stretto un rapporto di amicizia. Sono convinto che nel lavoro come nella vita sia necessario seminare bene per ottenere il rispetto e la riconoscenza. Grazie a questa esperienza formativa sono arrivato a lavorare con società del calibro di Monza ed Empoli, ma rammentando sempre da dove sono partito”.

Nel 1999 sei stato nominato dirigente per la selezione Berretti del Livorno. Com’è stato passare dal dilettantismo alla Serie C?

“Sicuramente il passaggio a campionati più importanti si è visto. Nei miei anni con il Livorno ho avuto la grande fortuna di conoscere un campione come Gianluca Signorini, di cui conservo ancora piacevolissimi ricordi. Ho lavorato a fianco di personaggi come Roberto Franzon, ex capitano del Catanzaro in Serie A, Roberto Corni, Spartaco Landini, Pietro Carmignani, Fabrizio Tazzioli ed Osvaldo Jaconi, tutte persone che mi hanno permesso di crescere come uomo di sport e come dirigente”.

Parliamo della Pro Livorno Sorgenti, indubbiamente il fiore all’occhiello di una carriera brillante e ricca di soddisfazioni. L’aneddoto più bello ed i ragazzi ai quali ti sei affezionato particolarmente.

“Difficile da dirsi. Ho lavorato con centinaia di ragazzi tra i Giovanissimi B e la prima squadra, avendo la fortuna e la bravura di lanciare tanti calciatori nel panorama calcistico toscano e non. Ad oggi nella stessa Pro Livorno Sorgenti ci sono tanti ragazzi che hanno iniziato con me tra i giovanissimi, vedi Blundo, Solimano, Salemmo, Turini, Casalini e Bulli. In questi anni di esperienza in biancoverde ho stretto rapporti molto solidi con Giacomo Rossi e con Matteo Filippi, due uomini di grande valore che hanno sempre portato la propria esperienza al servizio dei compagni di squadra. Se dovessi fare un nome direi sicuramente Matteo Niccolai, con il quale ho iniziato nel 2013 con gli Allievi Regionali per finire con la prima squadra in Serie D. Matteo ha le abilità per diventare uno dei migliori tecnici in circolazione”.

Con l’arrivo di Stringara sulla panchina della Pro Livorno Sorgenti abbiamo visto una notevole quantità di giovani lanciati in prima squadra. Parliamo di Stringara junior, Solari, Razzauti, Liguori e Guerriero. Scelta tecnica o dettata dalle necessità del momento?

“Non saprei, ma di certo mi ha fatto piacere vedere elementi come Filippo Rossi, Guerriero e Samba avere l’opportunità di mettersi in mostra in un campionato difficile come quello di Serie D. Segno evidente di quanto sia stato buono il lavoro svolto con gli Juniores nazionali”.

In Toscana società come Empoli e Fiorentina sfornano ogni anno giocatori di livello che si ambientano quasi subito nel calcio che conta. Questione di mentalità?

“Tolta la grande realtà di Firenze, possiamo mettere a confronto l’Empoli con una città come Livorno con le dovute proporzioni. Tuttavia si tratta di un percorso lungo e difficile, dove è necessario ripartire da zero con un progetto serio che porti benefici alla prima squadra negli anni a venire. Dobbiamo essere coscienti che in questo momento il settore giovanile del Livorno di fatto non esiste: serviranno duro lavoro, una solida identità e credibilità per riuscire a realizzare qualcosa che ad oggi sembra una lontana chimera. Personalmente si tratta di una sfida che mi emoziona ma che allo stesso tempo di preoccupa. Ad ogni modo sono certo di come il presidente Toccafondi abbia a cuore gli interessi del Livorno e dei livornesi”.

La ricostruzione del Livorno passa necessariamente dai giovani. Hai già le idee chiare sul lavoro da svolgere?

“Sì, ma non credo sia questo il momento di discutere eventuali progetti. Devo ancora confrontarmi con la proprietà per capire quali possano essere le linee guida da seguire. Solo dopo l’incontro con il presidente avrò un quadro più chiaro di quello che sarà il nostro lavoro nei mesi a seguire”.

Hai già avuto modo di conoscere e valutare i vari elementi della rosa a disposizione di mister Francesco Buglio?

“Conosco diversi ragazzi della prima squadra che si sono spesso allenati al Magnozzi. In passato ho già avuto il piacere di lavorare con ex giocatori della Pro Livorno Sorgenti come Frati, Milianti e Pecchia. Ad inizio stagione ho fatto anche la conoscenza di Torromino e di Alessandro Gelsi, grazie al quale ho incontrato Michele, ex giocatore del Livorno tra il 2001 ed il 2003: con lui abbiamo parlato molto di quel periodo dove io ero responsabile per la Berretti”.

Vista la sua esperienza in Serie D, c’è qualche giovane che si sente di segnalare alla dirigenza del Livorno?

“Purtroppo al momento non posso sbilanciarmi, ma sono certo che il Direttore Sportivo Pinzani saprà fare un ottimo lavoro. Ci siamo già incrociati in passato quando lui era dirigente per il Rosignano, per la Pistoiese e per il Prato. In caso di bisogno saprò farmi trovare pronto”.