Livorno – I fatti avvenuti durante e dopo la gara di Coppa Italia contro il Follonica Gavorrano, vinta sul campo dal Livorno per 0a 2, ma che molto probabilmente vedranno i maremmani vittoriosi a tavolino per 0 a 3, hanno convinto il presidente Joel Esciua a presentarsi in conferenza stampa per dare ulteriori spiegazioni sull'accaduto. L'errore commesso dalla società labronica e che costerà il passaggio del turno è stato quello di aver schierato un giocatore squalificato, in particolare il difensore Gianmarco Bassini.
“Mi sembrava giusto e opportuno far un chiarimento sugli avvenimenti della settimana che ci lasciano un sentimento di tristezza, frustrazione e rabbia. Si è trattato di un errore della società e dobbiamo semplicemente essere forti e uniti nel ripartire per far si che una cosa anche lontanamente vicina a questa non si possa ripetere. ”
“Sull'errore abbiamo tutti una parte di responsabilità, certe persone più di altre e voglio subito chiarire che il mister non ne ha nessuna. Non lo ha notato come nessuno di noi, ma non era assolutamente una sua prerogativa, altri invece avrebbero sicuramente dovuto e potuto essere più attenti. I commenti e le accuse che ho letto nei giorni seguenti secondo cui noi avevamo fatto apposta a schierare un giocatore squalificato per non sostenere spese e trasferte ci ha molto colpito e offeso. I calciatori avevano sempre detto di voler onorare la competizione e sul campo hanno ottenuto una vittoria contro la squadra probabilmente più in forma del campionato”.
Sulle seguenti dimissioni, accettate dalla società, del team manager amaranto Gianni Palumbo il presidente commenta con dispiacere l'accaduto, ma lascia intendere come queste fossero l'unica soluzione possibile: “La gestione del post partita non mi ha convinto del tutto e in primis ciò che è accaduto con Gianni Palumbo. Si è preso tutte le responsabilità, anche nei ruoli che a volte non gli competevano neanche, lo ha fatto per passione, amore e attaccamento ai colori, ma si è assunto responsabilità che magari non era in grado di svolgere. In virtù di questo si è assunto le responsabilità anche di questo errore, anche se come già detto non è un errore suo al 100%”.
“Si è trattato ovviamente di un grande shock per lui soprattutto perché teneva molto a quel ruolo e a questi colori. Giustamente, anche per il ruolo che aveva di protezione dei calciatori e in particolare di quelli più giovani, ha deciso di presentare le dimissioni e noi non abbiamo avuto molta scelta sebbene tale decisione ci lasci ovviamente l'amaro in bocca e un forte senso di ingiustizia”.
Il presidente è poi tornato a parlare delle varie polemiche esplose con parte della tifoseria amaranto: “Non credo queste abbiano influenzato negativamente la squadra perché è un gruppo forte e lo ha dimostrato in questo mese di novembre. Sicuramente con una parte della tifoseria, forse un po' prevenuta nei confronti della nuova proprietà e che forse si aspettava cose diverse da noi, si è creata un po' di distanza anche dopo gli avvenimenti di Ghivizzano legati alle bandiere palestinesi".
"Voglio ribadire che avrei reagito nella stessa forma anche si fosse trattato di una bandiera israeliana, russa o ucraina. É chiaro che essendo arrivato il giorno dopo l'attacco del 7 ottobre per me è stato un po' un fulmine a ciel sereno. Io non vorrei nessun tipo di bandiera allo stadio, non posso imporre ai tifosi di non portarle e non posso cambiare le regole però ho il diritto di dire da presidente che nella mia maniera di fare e vedere le cose la politica dovrebbe restare fuori. So che c'è gente che la pensa diversamente e vuole fare politica allo stadio, ma per me in quelle due ore sarebbe meglio avere come unica passione la squadra e i calciatori in campo”.
Autore: Andrea Mercurio / Twitter: @amarantanews
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