Livorno – La gara tra Livorno e Fulgens Foligno (2 a 1 il risultato finale) è stata soprattutto l’ultima gara al allo stadio Armando Picchi di Andrea Luci, capitano e calciatore con più presenze in maglia amaranto. Al termine della gara Luci si è presentato in sala stampa assieme al compagno di squadra e amico Luca Mazzoni. Ovviamente la partita appena disputata ha occupato solo una parte dell’intervista, per il resto si è concentrata sulla lunga carriera, quasi esclusivamente in maglia amaranto
“Di oggi mi porto via tante emozioni e anche tristezza perché lascio comunque un lavoro che faccio da 30 anni e come ogni ultimo giorno c’è anche un po’ tristezza. Smettere non è mai facile, ma guardo avanti con fiducia.”
“Ho vissuto questa stagione sapendo che molto probabilmente era l’ultima quindi ho cercato di vivere al massimo ogni giorno: allenamenti, spogliatoio e partite. Mi sono goduto lo spogliatoio perché so che mi mancherà tanto.”
Facendo un breve riassunto delle 430 partite nel Livorno Luci trova due momenti opposti e importanti: “Il ricordo più bello è chiaramente la vittoria del campionato di Serie B nel 2014, la gara con l’ Empoli e lo stadio pieno sono indimenticabili. Quello più brutto purtroppo quel maledetto giorno a Pescara quando morì Piermario.”
Il debutto di Luci nel Livorno è del 15 agosto 2010, contro la Cremonese in Coppa Italia, ripensando a quel momento il capitano commenta: “Penso che nessun calciatore si immagini di poter fare un percorso del genere con una sola maglia. Penso anche che in questo momento storico del calcio diventerà ancora più difficile che un ragazzo ambisca a fare una carriera con una sola squadra come è successo a me”.
Come Protti e Lucarelli 20 anni fa, quest’oggi Luci e Dionisi si sono dati il cambio ad inizio secondo tempo: “Si era un cambio deciso già in settimana e sono contento di averlo fatto con Federico che è un compagno e un amico. Gli auguro di fare tanti gol anche il prossimo anno per portare questo Livorno in buone posizioni di classifica.” Simile il discorso riguardo il rigore tirato e segnato: “Si, il rigore era qualche giorno che mi dicevano che lo avrei battuto io. Credo sia stato il mio primo rigore in carriera, ma ero tranquillo perché il campionato era già vinto, palla leggerissima (ride ndr)”.
Il ritiro della maglia n.8 non è un’idea che piace al capitano: “No, non lo trovo giusto. È un numero bellissimo e mi auguro che un altro giocatore livornese possa vestirlo in futuro, magari anche lui un proprio un centrocampista.”
Sul suo futuro prossimo Luci risponde: “Con la società ci rivedremo alla fine del campionato e decideremo insieme come proseguire questo percorso. Credo sarà nel settore giovanile, iniziare lì è il miglior modo per ricreare un settore che a Livorno manca da 5 anni. Dobbiamo ricostruire una base di bambini che indossino la maglietta del Livorno, tifino amaranto e magari possano diventare giocatori della prima squadra”.
“Penso di dover ringraziare tutte le persone che ho conosciuto in questi 15 anni a Livorno: magazzinieri, fisioterapisti, allenatori, presidenti, dirigenti e tutti i giocatori. Poi ovviamente i tifosi che un tempo erano anche molti di più e spero nel futuro possano tornare ad essere così numerosi. L’ultimo ringraziamento va invece alla mia famiglia che mi è sempre stata vicina. Ora inizia una nuova tappa, vediamo cosa fare nel futuro”.
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