Livorno - Si spegne alla metà del pomeriggio di una domenica di aprile calda e soleggiata la rincorsa del Livorno al primo posto, in questo campionato di Serie D. Ovviamente, la delusione è tanta, anche se a questo punto non sorprendente. Ci aspettavamo ben altri risultati alla partenza del campionato, ma tant’è: questo è il calcio, il gioco più bello del mondo.
Credo che sia opportuno, a tre giornate dal termine di un torneo con poche luci e diverse ombre, ritenendo ormai ininfluenti i turni che mancano, tra cui due casalinghi, fare un’onesta analisi di ciò che sarà bene non ripetere quando la società andrà ad allestire la compagine che dovrà affrontare il prossimo torneo.
Chi scrive, ritiene del tutto inutile il torneino delle deluse, dei "play niente", che serve solo ai fini statistici, essendo quasi nulle le speranze di ripescaggio per le squadre che lo vinceranno. Tanto più che diverse società di Serie A stanno pensando di allestire formazioni Under 23 da iscrivere al prossimo campionato di Serie C ed a queste saranno riservati i posti in palio relativi agli eventuali inserimenti.
Personalmente non considero affatto fallimentare questa stagione. Per prima cosa, esiste un gruppo di calciatori che non è da buttare ed abbiamo una società che ha i mezzi per investire in maniera importante. Occorre soltanto fare tesoro degli errori commessi, che, purtroppo sono stati tanti.
In via preliminare consiglierei al presidente Esciua di dare un taglio netto a ciò che rimane di un passato comunque glorioso e delle consuetudini che nell’ambiente si sono perpetuate, come se in questi cinque anni non fosse successo niente.
Rivedere tutto, a cominciare dai rapporti con la stampa ed i media, modernizzarli, dotarsi di un settore commerciale per la vendita dei gadget, razionalizzare i rapporti con le istituzioni. Quest’ultimo è un aspetto quanto mai importante, in tema di gestione dello stadio e della sicurezza. A casa nostra entra di tutto. Possibile che gli steward non si accorgano di niente? Resta assurda tutta la gestione del territorio attorno allo stadio. Strade chiuse, giri assurdi per andare dalle biglietterie agli ingressi, biglietti nominativi quando nei Dilettanti non sembrano essere obbligatori (su questo punto andrebbe aperto un confronto con gli organi e le istituzioni preposte, ndr), assieme a costi di prevendita troppo alti e tornelli, come se a vedere le nostre partite arrivassero tifoserie bellicose e non tranquillissimi genitori e fidanzate dei ragazzi che giocano nelle squadre avversarie. Quanto costa tutto questo, insieme alla pletora di addetti con i gilet gialli che vengono impiegati nelle partite casalinghe? Non possiamo sperare di veder razionalizzato questo andazzo che risale ai tempi della Serie A? La società risparmierebbe risorse preziose da investire in altro modo.
Evitare polemiche, interviste troppo di “pancia”, con dichiarazioni giuste nella sostanza, spesso condivisibili, ma che se espresse a caldo si prestano ad essere fraintese, causando malumori e polemiche.
Avere le idee chiare sin da subito in merito alla scelta di coloro che devono stare attorno alla squadra. Sarebbe meglio dotarsi di un direttore generale o di altre figure apicali molte esperte del mondo del calcio, già vincitrici in questi campionati, che sappiano fare da cuscinetto tra tifosi e squadra, tenendo lontani i ragazzi dalle troppe pressioni di una tifoseria esigente, qualche volta sin troppo, sino ad arrivare a causare seri problemi di rendimento ai calciatori e danni economici alla società. Questa figura, assieme al presidente, dovrebbe avere le idee molto chiare in merito alla scelta dell’allenatore. Ad esempio, si vuol dare fiducia al giovane Pascali, che mi risulta molto stimato, oppure si vuole andare su un “usato” sicuro, carismatico e già trionfatore in questa serie? Il campionato ha portato alla ribalta degli ottimi tecnici che potrebbero fare al caso del Livorno, ma non bisogna tentennare troppo nella scelta. Una volta presa, questa scelta, bisogna poi difenderla sempre, fare quadrato attorno alla figura del mister, avere sempre parole di incoraggiamento. Una simile organizzazione, incentrata sulla grande conoscenza del calcio di Serie D e C, avrebbe modo di supportare un direttore sportivo giovane, come quello attuale, nella scelta e nell’ingaggio dei calciatori.
Quali? Mi chiederete Voi. E' presto per proporli, anche per non avvantaggiare la concorrenza, ma la squadra si costruisce con una spina dorsale che troppo spesso, durante questo campionato, è stata rimaneggiata in corso d’opera.
Un gruppo che deve essere vincente si costruisce partendo da un portiere esperto, da un centrale difensivo arcigno, da un regista dai piedi buoni e da un attaccante capace di garantire la doppia cifra. In questo girone ci sono tantissimi calciatori che ci farebbero divertire. Lasciando stare le vecchie glorie e le leggende che per vincere un campionato servono giocatori che sono disposti a scendere di categoria, credo che sia opportuno andare a fare la spesa a Piancastagnaio, Trestina, Altopascio, Serravezza, Figline, Gavorrano, Siena, Massa, Cecina. Pescare in piazze come queste calciatori di categoria, di ottimo livello, integri ed affamati, che verrebbero a Livorno a piedi e che sentirebbero il valore della maglia amaranto come uno sprone, non certo come un peso, è fondamentale. Torrini e Sesti dei gialloazzurri del Figline, ad esempio, sono due centrocampisti che ci avrebbero fatto molto comodo.
Oculatezza nella scelta delle quote. Per fortuna il prossimo campionato ne occorrerà una in meno ed oggi abbiamo osservato due ragazzi, Frroku e Marinai, molto interessanti. Ma, soprattutto, evitando di andare a prenderli all’estero, con problemi di inserimento e di dover ricevere lezioni di italiano per capire e farsi capire dal mister e dai compagni di squadra (osservanza del Ramadan a parte, cosa che mi ha molto sorpreso in questo ultimo mese perché è noto che uno sportivo può mettere in atto digiuni meno intensi di quelli previsti per la maggioranza dei musulmani). Un ottimo direttore tecnico, con conoscenze tra le società importanti, non avrebbe problemi a farsi prestare delle giovani seconde, terze scelte, adattissime per farsi le ossa in questo campionato di Serie D.
Forza, dunque, non lasciamoci prendere dallo scoramento. C’è sempre un domani. Il nostro dovrà essere il frutto della ripartenza vissuta in questa tornata. Sarà bello, tra pochi mesi, tornare a dissertare sul ciò che sarà, sui movimenti del calcio mercato, tornare a vedere le partite, perché siamo ammaliati dalla nostra maglia amaranto ed anche, come disse l’Immenso Pelè: “Il calcio è musica, danza e armonia. E non c'è niente di più allegro della sfera che rimbalza”.
Autore: Paolo Verner / Twitter: @amarantanews
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