Esclusiva. Bruni: "Trent'anni fa lo scudetto col Verona, oggi il Livorno"

Livorno - Contattato in esclusiva dalla redazione di Amaranta.it, il tecnico della Primavera del Livorno, Luciano Bruni, ha parlato di vari temi a partire dalla ricorrenza dello scudetto da lui conquistato con il Verona Hellas esattamente trent'anni fa sino all'attuale momento del Livorno, passando per un confronto fra il calcio degli anni Ottanta e quello attuale. Bruni, livornese, da calciatore giocava centrocampista ed oltre che nel Verona ha militato, tra l'altro, in Fiorentina, Pistoiese, Reggiana, Lucchese e Siena. Da allenatore si è invece specializzato in tecnico delle giovanili guidando, oltre alla formazione amaranto, anche le squadre Primavera di Fiorentina, Juventus e Sampdoria.
Il 12 maggio 1985 il Verona di Osvaldo Bagnoli, di cui lei faceva parte, vinceva lo scudetto. Fu un'impresa straordinaria, per una cosiddetta "provinciale". Quali sono i suoi ricordi in tal proposito?
"Beh, sono memorie indelebili. Ricordi positivi, che ad ogni ricorrenza riaffiiorano rendendoci orgogliosi di ciò che abbiamo fatto. Credo che di anno in anno quello scudetto sia sempre più un caso unico nel suo genere, e questo lo rende sempre pià speciale. Oggi è impossibile pensare che una provinciale possa vincere lo scudetto".
Il segreto di quel Verona?
"Sicuramente l'organizzazione della società, che era strutturata nel migliore dei modi. Avevamo già una buona base, a cui furono aggiunti due stranieri (Briegel e Larsen, ndr) che si inserirono alla perfezione. Inoltre trovarono dei calciatori che in altre realtà si trovavano un po' ai margini e che da noi ebbero modo di esprimersi al meglio, sotto la guida di un grande tecnico. Era semplice ma al tempo stesso concreto, e nello spogliatoio si respirava un gran bel clima. Eravamo un gruppo solido ed affiatato, che andava d'accordo in ogni momento della giornata. A tutto questo bisogna aggiungere anche un po' di fortuna, ma si sa, nel calcio, la fortuna è una componente importante".
Il calcio di allora era assai diverso da quello di oggi. Cosa ne pensa?
"Penso che non si possa paragonare il calcio di allora con quello di oggi, sono cose completamente diverse. Il gioco, così come in generale un po' la vita, era più genuina e meno sofisticata. Non dico che fosse più facile, ma eravamo meno viziati. Al giorno di oggi ci sono troppi finti fenomeni in tutti i settori".
Lei, oggi, guida la Primavera del Livorno. Che giudizio dà di questa esperienza, dove lei è subentrato a Gelain che era stato chiamato a guidare la prima squadra dopo l'esonero di Gautieri?
"Un'esperienza che sta volgendo in positivo. Sono soddisfatto di come la squadra sta chiudendo il campionato (tre vittorie nelle ultime tre gare di cui l'ultima contro il Napoli, ndr) e del carattere che sta mostrando".
Un'ultima domanda sull'attuale momento del Livorno. Cosa ne pensa dei ragazzi di Panucci? Ce la possono fare a centrare i playoff?
"E' un organico molto importante, ma se vuole centrare i playoff in queste ultime due gare dovrà dare il 110% cercando di vincerle entrambe per posizionarsi nel modo migliore possibile. Gli spareggi sono gare dfficili, occorre umiltà e determinazione. Il Livorno dovrà ricordarsi chi è, e credo che potrà fare bene".