Livorno – Al rientro in campo dopo una partita che lo ha visto spettatore non pagante, seduto in panchina a Città di Castello contro lo Sporting Trestina di mister Simone Calori, Federico Dionisi ha offerto una prestazione da stropicciarsi gli occhi, che ha avuto un peso specifico fondamentale in funzione del raggiungimento del risultato di parità, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista psicologico e comportamentale: in occasione del terzo gol, infatti, ha innescato il contropiede di Alessandro Malva e, dopo aver seguito l’azione e aver ripreso palla proprio dall’attaccante nativo di Altamura, ha concluso in porta con un fendente che non ha lasciato scampo al portiere Denny Pucci; in occasione del quarto gol, invece, ha lanciato in profondità il compagno di reparto Vieri Regoli che, dall'altezza della bandierina del calcio d’angolo, ha servito un pallone al centro dell’area che, da posizione ravvicinata, Zaccaria Hamlili non ha avuto difficoltà a indirizzare in porta.
“Non credo che abbiamo sottovalutato l’avversario – ha esordito l’attaccante nativo di Rieti – perché sappiamo che dobbiamo rispettare tutti, indipendentemente dalla classifica e dal blasone: il primo gol è nato su un errore individuale, in quanto Duccio Brenna è scivolato e ha perso il pallone; il secondo gol, invece, indipendentemente da come si voglia valutare l’intervento su Luca Bonassi, in qualche modo è arrivato. Sicuramente dobbiamo stare più attenti e c’è margine di miglioramento proprio in queste situazioni: non so quante squadre, dopo aver preso un uno-due così a inizio partita, sarebbero state in grado di ribaltare il risultato in questa maniera, con quest’impeto e con questa forza; noi l’abbiamo fatto, siamo contenti di averlo fatto, però dobbiamo porre maggiore attenzione a certe situazioni”.
“Al termine del primo tempo, infatti, ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto che la squadra forte non si piange addosso per gli errori compiuti e per qualsiasi cosa sia accaduta, in ragione del fatto che l’unica cosa che può fare è scendere in campo, ribaltare la situazione e vincere la partita perché le partite durano novanta minuti e la squadra forte non può che fare questo: non dovendo dimostrare niente a nessuno se non a noi stessi, abbiamo dimostrato proprio a noi stessi che abbiamo nelle corde questo tipo di partite e il nostro margine di miglioramento sta proprio in questi aspetti”.
Il gol di Hamlili è nato da un'invenzione di Dionisi: “Ho visto Bobo (Regoli, ndr) scattare sul filo del fuorigioco e ho provato a servirlo in profondità: lì per lì mi sono preso anche il rimprovero da parte di Andrea Luci che, in un secondo momento, mi ha fatto notare che avevo fatto la scelta giusta (ride, ndr): il lancio sul gol di Hamlili è servito ad arrotondare il risultato di una partita che, almeno inizialmente, eravamo riusciti a complicare per demeriti nostri”.
I cinque punti persi dal Grosseto nelle prime due partite dell’anno, disputate a Orvieto e allo Stadio Carlo Zecchini contro il Seravezza, hanno finito per togliere importanza a una gara che, fino a poche settimane fa, sembrava assumere i contorni di un vero e proprio spartiacque della stagione: “La partita di Grosseto conta tre punti, tre punti importanti ma pur sempre tre punti: noi non siamo una squadra che va in trasferta per non giocare le partite, per cui andremo lì con il desiderio di fare la nostra partita e di accettare la sfida che ci proporrà il Grosseto, allo scopo di lanciare un messaggio al campionato e a noi stessi: fino a che non ci avranno detto che è finita e che abbiamo vinto, dovremo avere quella fame e quella voglia che avete visto nella seconda parte della gara e che ci ha permesso di lasciare da parte quel pizzico di presunzione con cui, probabilmente, avevamo iniziato il match”.
Al suo ritorno a Livorno dopo dieci anni trascorsi tra Olhanense, Frosinone, Ascoli e Ternana, Dionisi sembra soddisfatto dei suoi primi mesi in maglia amaranto, con la quale ha collezionato 10 gol e 3 assist in 20 partite tra campionato (18) e coppa Italia (2): “Sono abbastanza soddisfatto, ma penso che, a partire dal sottoscritto, si possa fare meglio anche a livello individuale: se ognuno ragiona nel senso di spingersi a cercare di dare il meglio, credo che la squadra, nel suo complesso, possa davvero tirare fuori qualcosa d’importante”.
“È bello ascoltare i cori dei tifosi, tanto quelli dedicati a me quanto quelli dedicati a tutta la squadra: dal mio punto di vista, è come se il tempo si fosse fermato ed è come se ci fosse un filo conduttore che tiene insieme la mia esperienza a Livorno, da quando arrivai tanti anni fa fino ad oggi; sono contento di continuare a regalare qualche gioia – ha concluso Dionisi – così come sono contento che la squadra stia facendo un percorso importante, ma dobbiamo andare via da questa categoria e, fino a quando non ci avranno detto che abbiamo vinto, dobbiamo continuare a spingere sull'acceleratore”.
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