Mai abbassare la guardia

19.09.2016 20:12 di  Chiara Lucchesi  Twitter:    vedi letture
Mai abbassare la guardia
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Livorno- Che la Lega Pro fosse un campionato tosto non è una novità, ma come in tutte le cose bisogna trovarcisi per crederci. Le partite non finiscono mai, l'attenzione va tenuta alta per tutti i novantacinque minuti. Questo il Livorno lo ha sperimentato ieri nel derby con la Lucchese. Venitucci aveva portato in vantaggio gli amaranto al quarto d'ora del primo tempo e la squadra capitanata da Foscarini ha mantenuto il risultato fino all'84mo quando Mingazzini ha gonfiato la rete alle spalle di Mazzoni regalando un pareggio ai rossoneri e gelando tutto il Picchi che si stava già pregustando la terza vittoria consecutiva.
Certo c'è da dire che contro il Livorno tutti gli avversari danno il 110 per cento; la stanchezza di tre gare in sette giorni si fa sentire soprattutto quando hai una rosa piena di infortunati e che per questo motivo non consente di far rifiatare alcune pedine che ne avrebbero necessità.
Il campionato è lunghissimo, quindi chi fa di questo pareggio una condanna o una tragedia può accomodarsi fuori. 
Non è un segreto per nessuno che l'Alessandria fosse tra le papabili alla vittoria finale e le cinque vittorie su altrettante partite sembrano al momento confermare la forza di quella squadra; dietro a loro la Cremonese, altra quotata sin dall'inizio del campionato. Il Livorno e' subito dietro, con un ruolino di marcia non di poco conto ( tre vinte, una persa e un pareggio) e deve ancora giocare con tutta la rosa al completo recuperando uomini del calibro di Jelenic, Bergvold, Vantaggiato e adesso anche Cellini.
Una cosa però gli amaranto hanno sempre avuto in più rispetto agli altri: il dodicesimo uomo in campo. In serie A tremavano le gambe anche ai campioni allo sbucare da quel sottopassaggio e al vedere il "muro" amaranto della Nord. Negli anni passati nelle serie minori era vezzo e orgoglio di questa città lo "Stadio mobile" in trasferta e la "Bombonera" esplosiva in casa.
Ieri i tifosi sugli spalti raggiungevano a malapena le 5000 unità. 
I campionati si vincono e si combattono tutti insieme e rivedere quel muro amaranto sarebbe il segno più bello per sostenere senza se e senza ma quei ragazzi che ancora oggi vestono la gloriosa maglia amaranto.