Voglia di ripartire

27.07.2017 15:01 di Davide Lanzillo Twitter:    vedi letture
Voglia di ripartire
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© foto di Federico De Luca

Livorno - La voglia di ripartire, la voglia di tornare ad essere protagonisti, la voglia di derby. Questi sono stati gli ingredienti principali dell’intensa serata di ieri, mercoledì 26 luglio, in cui la città di Livorno ha abbracciato i propri beniamini per la presentazione ufficiale della squadra amaranto. E ambientazione migliore non avrebbe potuto esserci: piazza del Luogo Pio, nel cuore della manifestazione clou dell’estate livornese, quell’Effetto Venezia che richiama persone da tutta la Toscana.

E sul palco c’erano anche loro, i nuovi arrivati: il terzino Pedrelli, l’ala Doumbia e anche il difensore Blondett, prelevato solamente poche ore prima dal Cosenza. Un trio che va a rimpolpare l’organico di mister Sottil, tuffatosi nella nuova avventura con l’entusiasmo a mille. Quello stesso entusiasmo che ha manifestato anche il popolo labronico, che ha accolto squadra e staff tra cori, bandiere e fumogeni. Un entusiasmo che non deve essere spento. E come fare a mantenere vivo questo fuoco? Semplice: basta allestire una squadra in grado di potersi giocare fino alla fine le proprie chances di promozione. Se il Livorno farà un campionato di vertice, beh, state sicuri che il Picchi si trasformerà ogni settimana in un catino infuocato. Altrimenti si rischia di ripiombare in uno stato depressivo, con i gradoni dell’Ardenza tristemente semivuoti.

Ed ecco allora che assume massima importanza l’operato della società: perché al momento la squadra si è buona, ma qualcosa ancora manca. Manca un attaccante (anche se noi riponiamo molte speranze nella voglia di riscatto di Daniele Vantaggiato, purtroppo però nuovamente ai box), manca probabilmente un altro esterno d’attacco (vista anche la volontà di Moscati di accasarsi altrove), manca un numero dieci da far giostrare dietro la punta centrale nel 4-2-3-1 di Sottil. Ecco, queste sono le mosse principali da fare e da non sbagliare, se davvero si vuole fare un campionato di vertice.

E poi ci sono le questioni Luci e Borghese. Se per il capitano si tratta solamente di una motivazione contrattuale che abbiano fiducia possa risolversi positivamente, ben più problematica sembra essere la permanenza del difensore italo-svizzero, fuori dai progetti tecnici del nuovo allenatore. Peccato, perché Borghese è stato una delle colonne del gruppo della scorsa stagione, un lottatore, un guerriero vero, come tanto piace ai livornesi. Prima di disfarsi del buon Martino forse è meglio pensarci non due, ma mille volte.