Una storia all'italiana

23.02.2018 15:48 di  Davide Lanzillo  Twitter:    vedi letture
Una storia all'italiana
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Livorno - E' giunto finalmente all’epilogo il tormentone “Arezzo-Livorno sì, Arezzo-Livorno no”. La Lega Pro ha infatti preso, questa mattina, la sua decisione ufficiale: la gara sarà rinviata a data da destinarsi. Una scelta che la società di Aldo Spinelli, per bocca del direttore generale Nicola Pecini, ha condiviso, ritenendola come garanzia di regolarità al campionato: per i dirigenti amaranto, infatti, il rischio era quello che il Livorno fosse l’ultima squadra, da qui alla fine del torneo, ad affrontare la formazione aretina in un match “vero”.

Ma siamo proprio sicuri che questa scelta sia stata la più “conveniente” per il Livorno? A nostro avviso, in realtà, in mezzo a tutta questa paradossale situazione, è proprio la compagine di Andrea Sottil a rischiare di trovarsi nella posizione più scomoda, con il rischio di avere tutto da perdere e niente da guadagnare. Facciamo infatti due ipotesi: se l’Arezzo dovesse fallire, tutte le squadre che avrebbero dovuto incrociare gli aretini da qui alla fine (comprese, oltre al Livorno, anche Siena e Pisa) vedrebbero assegnarsi automaticamente la vittoria per 3 a 0 a tavolino; se invece, non si sa bene come, l’Arezzo riuscisse a trovare le risorse per arrivare a fine campionato, ecco che lo scenario cambierebbe radicalmente, con il Livorno che sarebbe costretto ad affrontare una dura trasferta infrasettimanale proprio nel momento cruciale della stagione, ritrovandosi a consumare maggiori energie rispetto alle dirette avversarie. Una prospettiva non proprio delle migliori.

Oltre al danno, rischia inoltre di consumarsi anche la beffa: perché stare fermi un’altra settimana potrebbe permettere al Siena, nel caso in cui sconfigga nel match interno di domenica l’Olbia, di conquistare la vetta della classifica. Vero che sarebbe un primato “monco”, in quanto i bianconeri si troveranno, in ogni caso, ad aver disputato ben due gare in più rispetto ai labronici, ma che comunque non rappresenterebbe proprio il massimo della vita dal punto di vista psicologico per una squadra, quella amaranto, che fin dall’inizio del torneo è stata abituata a guardare tutti dall’alto.

Insomma, alla fine della giostra il Livorno è davvero l’unica formazione che rischia di uscire svantaggiata da questo ennesimo caos creatosi nel calcio italiano. E questo malgrado le preoccupazioni del presidente del Pisa Giuseppe Corrado, mobilitatosi immediatamente per sollecitare al presidente di Lega Gabriele Gravina il rinvio della partita, preoccupato dalla possibilità di veder assegnato uno 0 a 3 a favore degli amaranto di Spinelli. Chissà se il patron nerazzurro sarebbe intervenuto altrettanto tempestivamente se a giocare contro l’Arezzo, invece che al Livorno, fosse toccato al Gavorrano o al Cuneo…

Ma questa è un’altra storia, come è un’altra storia che, con la proclamazione del rinvio, non solo non sia stato rispettato quanto prevede il regolamento, ma sia stato di fatto anche impedito ai calciatori dell’Arezzo il diritto di sciopero. Una perfetta storia italiana.