Ritrovare gioco ed attacco per continuare a sperare
Livorno - Un brodino per il malato Livorno. Amaranto che escono con uno 0-0 dal campo del Trapani e l'unica cosa buona è che per lo meno la classifica si smuove da quella maledetta quota 43. Un punticino, che permette di non perdere terreno su Bologna e Vicenza e ne fa recuperare sull'Avellino, anche se il Frosinone riprende a macinare vittorie e lo Spezia gode di ottima salute. Il lato buono della serata siciliana, perché per il resto tutti i punti interrogativi rimangono, ad eccezione probabilmente della difesa che onestamente nelle ultime gare ha patito molto meno rispetto alle prime uscite dello schieramento a tre. Il punto, però, è che passata la tre-quarti difensiva il piatto sembra piangere: poco collegamento tra centrocampo ed attacco, con Pires che sembra soffrire non poco la pressione che gli viene fatta dagli avversari e conseguentemente ne risente lo sviluppo della manovra, compremettendo la pericolosità delle punte amaranto. Sono i classici paradossi: dopo la cinquina al Bari, l'attacco del Livorno si era innalzato a migliore della categoria, poi soltanto una rete tra Varese, Avellino, Crotone e Trapani e per giunta, quella dell' "Ossola", venuta grazie ad una invenzione di Siligardi. Insomma da quattro partite gli amaranto stentano a trovare la via della rete, fatta eccezione per quella contro gli irpini dove Gomis probabilmente ha fatto la partita della vita nella sua ancor breve carriera da professionista. Migliora la fase di interdizione, peggiora quella di proposizione e chissà se si tratta di pura coincidenza o se effettivamente il diverso atteggiamento difensivo porta a sacrificare la pericolosità sotto rete. Di certo sembra di essere passati da un estremo ad un altro: da partite scoppiettanti (4-2, 5-2, 3-2...), ad altre dove il pubblico non ha sicuramente accusato malori a causa delle troppe emozioni. Occorre equilibrio, quell'equilibrio che il Livorno da agosto ad oggi raramente ha avuto, cioè trovare la giusta via di mezzo tra il soffrire il meno possibile ed il fare male quando si attacca. Dire che lo vogliono i tifosi sarebbe banale, noi diciamo che lo vuole la classifica che nel bene o nel male piazza il Livorno ancora lì, sesto, ma a quattro punti da un Bologna non affatto irresistibile e che occupa l'ultimo posto utile per la promozione diretta. E ovviamente lo vuole Spinelli, che al salto in A senza la lotteria degli spareggi ci tiene eccome. Il dubbio è capire se il citato equilibrio è raggiungibile quando siamo oramai a marzo, ossia nel momento in cui i valori di una squadra ambiziosa devono esprimersi al meglio.