Libertà di critica e maglia amaranto

02.03.2015 23:46 di Marco Ceccarini   vedi letture
Libertà di critica e maglia amaranto
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Livorno - La moglie di un giocatore del Livorno, attraverso il proprio profilo Face book, ieri si è scagliata contro il nostro editoriale, accusandoci di essere poco professionali, di aver gettato fango sul lavoro dei ragazzi in un momento delicato e di aver pubblicato un articolo "da denuncia". L’articolo è apparso su Amaranta.it nella notte tra sabato e domenica ed è stato rilanciato, come prassi, dal Canale Livorno di Tuttomercatoweb.com. Sotto l’accusa della giovane signora, a suo dire, l’eccessiva critica verso la squadra amaranto e il fatto che nell’articolo siano citati alcuni giocatori, fra cui suo marito, come esempio di un collettivo che, ahimé, talvolta alterna risultati e prestazioni positive ad altre di segno opposto, evidenziando così una discontinuità e una intermittenza di risultati che una squadra che punta quantomeno ai playoff non può permettersi.
Se la giovane signora si fosse limitata a criticare l’articolo, nessun problema, anzi le critiche sarebbero state bene accette ed utili a farci migliorare, perché è chiaro che anche noi non siamo immuni da errori. Ma il fatto che l’impulsiva signora si sia lasciata andare ad offese gratuite ed ironie, a battute non proprio carine, ha cambiato e cambia inevitabilmente le carte in tavola, costringendo il sottoscritto, in qualità di direttore che ha la responsabilità di ogni notizia e di ogni articolo che esce su questa testata, a fare alcune considerazioni, sia a tutela del buon nome di Amaranta.it, che in tutti questi anni si è guadagnata i galloni dell’equilibrio e della correttezza, sia perché di fronte ad attacchi come quello ricevuto, visto anche il tentativo di metterci contro il "popolo del web", occorre difendere il diritto di critica, che si concretizza, secondo la legge italiana, nell’espressione di un’opinione che non deve essere necessariamente obiettiva ma solo riferita a un fatto accaduto.
L’amarezza provata nel leggere certe frasi e certe illazioni è stata ed è tanta. Le offese sono apparse assolutamente gratuite. Offensivi e gratuiti sono stati e sono alcuni interventi di estemporanei commentatori sulla pagina Face book della suddetta signora. Ma la maggiore amarezza, mista a stupore, la si è avuta quando abbiamo dovuto constatare che ancora oggi, nel 2015, esistono persone che non accettano la benché minima critica. Una critica, detto per inciso, che quando riguarda il professionismo sportivo, ossia un fenomeno economico e mediatico che vede i propri protagonisti sempre al centro dei riflettori, dovrebbe invece diventare essa stessa parte integrante del sistema.
Il nostro editoriale non era e non è minimamente offensivo nei confronti di alcuno, tantomeno del marito della signora, che certamente può sbagliare anche lui in campo come tutti gli altri, ma che sicuramente è e rimane uno dei punti di forza di quella che, detto per inciso, è anche la squadra del cuore del sottoscritto. Chiunque può leggere l’articolo in questione cliccando il link in fondo a questo articolo. In esso la nostra testata si è limitata a dire quello che tutti hanno visto e commentato, cioè che il Livorno a Crotone ha giocato male e che anche alcuni elementi di spicco non sono stati all’altezza come altre volte. Giudizi e valutazioni su cui la stragrande maggioranza dei media si è trovata d’accordo, al pari peraltro di molti sportivi e di non pochi addetti ai lavori che hanno espresso le loro opinioni negative anche in modo privato sui social network.
Anzi, le nostre critiche, a ben giudicare, sono apparse perfino meno ruvide di altre. Giusto per far capire come è stata trattata la squadra amaranto dopo l’abulica prova di Crotone, solo a titolo di esempio, ci piace ricordare che il Tirreno ha parlato di squadra sdraiata sul "lettino dell’astanteria" con l’unica terapia d’urto possibile quella delle "pedate nel sedere", salvando nelle "pagelle" solo Bernardini e Lambrughi. Mentre la Nazione, che ha salvato Mazzoni e Bernardini, ha addirittura parlato dei giocatori amaranto come di uomini senza attributi. E Quilivorno.it, che ha reputato sufficiente solo Ceccherini, ha iniziato in modo ironico l’articolo: "Siete una squadra all’ultimo posto in classifica e bisognosa di punti salvezza? Aspettate di giocare con il Livorno e avrete un po’ di ossigeno". Unica eccezione, a livello locale, quella di Costaovest.info, testata nostra gemella, che ha parlato del Livorno come di una squadra che "oltre che poco incisiva, è stata anche un po’ sfortunata" pur precisando che "la sconfitta non deve far gridare allo scandalo".
Non dissimili sono stati i commenti delle testate nazionali. La Gazzetta dello Sport, ad esempio, ha parlato di "Livorno abulico, contestato dal centinaio di tifosi al seguito" pur con Rivas, Emerson, Ceccherini, Lambrughi e Siligardi reputati sufficienti. Stadio ha invece parlato di "un Livorno che allo Scida è apparso l’ombra di sé stesso" e di una squadra in cui "si è salvato soltanto Lambrughi" con solo quest’ultimo sopra la sufficienza ed altri due giocatori, Moscati e Siligardi, appena sufficienti. Tuttob.com, portale leader nell’informazione sul campionato cadetto, ha definito il Livorno una squadra "in netto calo" salvando solo Biagianti e catalogando tra i flop Vantaggiato e Mazzoni. Mentre per Tuttomercatoweb.com, il primo portale d’informazione calcistica d’Italia, a Crotone si sono salvati solo Pires, Rivas e Jelenic.
Come si vede, dunque, non solo Amaranta.it ha espresso delle critiche sulla squadra del Livorno e non solo Amaranta.it ha criticato questo o quel giocatore. Ognuno ha fatto le proprie valutazioni. Ognuno ha visto la partita secondo le proprie categorie interpretative e ha dato i propri giudizi. Ma tutti, pur con delle sfumature diverse, hanno giudicato in modo negativo il Livorno che ha perso a Crotone, così come molti hanno criticato la prova di questo o di quel giocatore. Non si capisce dunque perché, in tutto questo bailamme di opinioni e giudizi, compresi quelli trancianti che si sono letti sui social network, soltanto l’articolo proposto dal nostro portale sia stato preso di mira dalla moglie del giocatore amaranto. Una veloce lettura di quanto scritto sulla squadra del Livorno dai media locali e nazionali, di cui abbiamo fornito solo un piccolo e parziale esempio, le sarebbe stato, a nostro giudizio, assolutamente utile.
Secondo l’ordinamento giuridico, anche il diritto di critica, come il diritto di cronaca, deve poggiarsi su un fatto vero o riconosciuto. Ma a differenza della cronaca, la critica, una volta constatata la veridicità del fatto, non deve essere oggettiva nella sua espressione bensì soggettiva. Il che spiega perché, quando si leggono articoli relativi a un evento, i giudizi spesso sono discordi. Nel caso in esame, pur evidenziando tutti la prova insufficiente del Livorno, i giornalisti si sono poi differenziati nel giudicare bene o male quel giocatore, cosicché se Amaranta.it ha salvato Pires nelle pagelle, Siligardi, Vantaggiato e Jelenic nell’editoriale, sostenendo l’insufficienza di tutti gli altri, compresi giocatori importanti come Emerson, Luci e Mazzoni, altri hanno fatto altre valutazioni e hanno descritto, secondo la loro legittima visione delle cose, i loro top ed i loro flop.
Con questo giungiamo alla fine dell’articolo. Un articolo, detto per inciso, che avremmo sinceramente fatto volentieri a meno di scrivere. Dover affermare il diritto di giudicare una gara sportiva, cosa che dovrebbe essere di default, è sinceramente antipatico, mette l’amaro in bocca, tanto più se la gara sportiva è del Livorno e la testata è livornese. Ma poiché la necessità di affermare il diritto giornalistico della critica è importante, questo articolo diventa in ogni caso necessario, se non altro perché serve a ricordare che quello che abbiamo fatto è solo e soltanto giudicare un fatto sportivo, ossia una gara del Livorno e le prestazioni di alcuni singoli elementi della squadra, dei quali non si è criticato e mai si criticherebbe ne’ la sfera personale ne’ l’impegno, ma solo il fatto che a Crotone hanno giocato peggio di altre volte, perdendo.
La necessità di affermare il diritto alla critica dei fatti che si raccontano sta dunque alla base di questo intervento. Per quanto piccoli, infatti, noi di Amaranta.it teniamo molto alla nostra specificità di testata e alla nostra indipendenza di giudizio. Teniamo molto, in una parola, alla possibilità di svolgere un’informazione libera e leale, che non fa sconti ma neppure trama contro nessuno. Se altre volte dovremo criticare altre prestazioni del Livorno ed altri giocatori della nostra squadra, lo faremo ancora, senza problemi e senza condizionamenti. Di questo la giovane moglie dovrà farsene una ragione. Il diritto di giudicare una partita o un giocatore è così ovvio, così assodato, così legittimo, che non può non trovare piena cittadinanza. Tanto più a Livorno, città aperta che si autodefinisce libertaria e tollerante.