Il giorno più atteso

01.06.2016 11:01 di  Marco Ceccarini   vedi letture
Il giorno più atteso
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© foto di Antonio Vitiello

Livorno - Oggi, mercoledì 1° giugno, è il giorno più atteso. Il Collegio di garanzia del Coni si esprimerà nel pomeriggio sul caso Lanciano, mettendo la parola fine alla questione della penalizzazione inflitta e poi revocata alla Virtus Lanciano, che non ha correttamente ottemperato ad alcuni obblighi fiscali e previdenziali relativi ai propri giocatori e che per questo era stata penalizzata di ulteriori due punti, oltre a quelli che già le erano stati tolti nel corso della stagione per gli stessi motivi. A questi era stato aggiunto un altro punto di penalità per non aver erogato le spettanze dovute al calciatore Turchi. In tutto, tre punti, oltre ad altri quattro, che il Tribunale nazionale della Figc aveva tolto al club abruzzese, ma che la Corte federale d'appello ha restituito per supposti vizi formali.
La Procura federale, che aveva proposto la penalizzazione, ha però presentato ricorso al Collegio di garanzia, una sorta di Suprema corte della giustizia sportiva italiana, chiedendo la revoca della sentenza della Corte d'appello della Figc. Alla Procura della Figc si è associata la Procura generale dello sport presso il Coni. Ne consegue dunque che se oggi il Collegio di garanzia del Coni accoglierà integralmente il ricorso della Procura della Figc, al Lanciano saranno nuovamente tolti i fatidici tre punti e la squadra abruzzese scenderà  in Lega Pro assieme a Como e Modena, consentendo al Livorno di disputare i playout contro la Salernitana. In caso contrario, se il ricorso verrà accolto parzialmente o verrà respinto, sarà  il Livorno a scendere nella ex Serie C.
E' ovvio che la restituzione dei tre punti al Lanciano, viste le possibili conseguenze, non solo tiene sulle spine i tifosi amaranto, ma anche coinvolge l'intera comunità  cittadina, tanto più alla luce della forte ingiustizia subita dalla squadra nell'ultima giornata di campionato, proprio contro il Lanciano, quando alcuni incredibili errori dell'arbitro Nasca di Bari, poi smentito dalla prova televisiva e dal Giudice sportivo che ha squalificato per comportamento scorretto il giocatore Ferrari, hanno di fatto condannato il Livorno alla retrocessione. Nasca ha concesso prima un rigore inesistente al Lanciano espellendo addirittura il portiere amaranto Ricci che nulla aveva fatto e nelle battute finali del match non ha dato un evidente rigore ai livornesi quando un tiro di Vantaggiato è stato deviato con la mano dal difensore abruzzese Amenta.
Ma le vicende dei mancati pagamenti da parte del Lanciano nulla hanno a che vedere, almeno formalmente, con le ingiustizie subite sul campo dal Livorno. E questo è bene tenerlo presente, anche se è innegabile che proprio la penalizzazione revocata al Lanciano e gli orrori dell'arbitro Nasca, sommandosi, hanno schiantato il Livorno. Il quale, nonostante quest'anno sia stato protagonista di una stagione a dir poco deludente, probabilmente si sarebbe salvato, o quantomeno avrebbe acquisito il diritto a giocarsi lo spareggio dei playout, se non si fosse trovato al centro di una situazione così particolare ed intricata.
La delusione patita, così come il senso di ingiustizia provato, ha travolto l'intera comunità livornese, gelandola a tutti i livelli. La conseguenza è che molti, giustamente, hanno preso posizione per chiedere attenzione e rispetto delle regole. La prima, chiaramente, è stata la società del Livorno, che ha chiesto il rispetto delle norme federali dicendo tuttavia di attendere fiduciosa l'esito del Collegio di garanzia. E con il patron Spinelli e gli altri dirigenti del club si sono schierate tutte le componenti del tifo amaranto.
Sensibili alle richieste dei tifosi e della società si sono dimostrati ovviamente anche i politici, che in taluni casi hanno evidenziato, correttamente, di non avere nulla contro la città di Lanciano e contro la squadra della Virtus, ma affermando al contempo che la squadra che rappresenta Livorno, e quindi la città  stessa, non deve e non può essere penalizzata in modo arbitrario.
Le richieste del senatore Filippi e del sindaco Nogarin, come l'interrogazione parlamentare dello stesso Filippi, in quest'ottica sono comprensibili ed anche condivisibili. L'auspicio che venga ripristinata la penalizzazione a carico del club rossonero d'Abruzzo suona, nei loro interventi, come un legittimo invito al rispetto delle regole, se non altro perché il calcio, per una città, rappresenta un patrimonio non solo sportivo ma anche sociale e perdere la Serie B, per una comunità, significa perdere l'aggancio con un fenomeno, quello del calcio di vertice, che è trainante anche sul piano economico. Ciò ovviamente non significa che non lo si possa perdere. Anzi, lo si può perdere, eccome, se la squadra retrocede sul campo. Ma brucia e non è accettabile perderlo per questioni e situazioni che non sono del tutto legate alla pur insufficiente prova sportiva.
Fermo restando il merito di aver sollevato l'asticella della discussione sul caso Lanciano, in ogni caso, qualche dubbio sul fatto che le prese di posizione di Filippi e Nogarin possano aver avuto od abbiano delle concrete conseguenze in termini positivi sulla vicenda, ce l'abbiamo. E non solo e non tanto perchè la giustizia sportiva, come quella ordinaria, non deve subire pressioni esterne, anche se fatte in buona fede ed anche se giuste. Ma perché, dicendola brutalmente, non crediamo che i giudici del Coni si facciano influenzare dalle prese di posizione di alcuni politici, ancorché di rilievo. Tanto più alla luce del fatto che le dichiarazioni rese dai due esponenti livornesi tendono, seppure con modalità diverse, a sovrapporre le ingiustizie sportive subite alle decisioni della Corte federale. Mentre, come ben sa chi un poco conosce i meccanismi della giustizia, queste sono fattispecie avulse tra loro ed i giudici sportivi, come quelli ordinari, non sovrappongono mai fattispecie formalmente differenti.
Ma oggi è il giorno fatidico e nel pomeriggio sapremo se il Livorno potrà giocarsi la Serie B nello spareggio con la Salernitana, cosa per cui i giocatori si sono alacremente allenati in questi giorni agli ordini di Gelain, o se la società di via Indipendenza dovrà programmare il campionato di Lega Pro. Nell'attesa, in queste ore, chi ha a cuore le sorti della squadra amaranto ha l'obbligo di essere fiducioso e moderatamente ottimista nella consapevolezza che se il Collegio del Coni, nella sentenza definitiva, esprimerà un giudizio utile al Livorno non lo farà per risarcire la squadra, la società e la piazza sportiva dei danni subiti da Nasca, ma perché la Virtus Lanciano non ha rispettato inderogabili obblighi di natura fiscale, previdenziale e contrattuale e pertanto, a norma di regolamento, deve essere sanzionata nelle modalità  previste. Modalità che già  erano state applicate in primo grado e che oggi, in via di giustizia, speriamo siano ristabilite nella loro integrità.