Berretti amaranto

12.06.2017 23:42 di  Marco Ceccarini   vedi letture
Berretti amaranto

Livorno - Anche la città di Livorno ha le sue "forze speciali". Non sono di stampo militare, come i celebri Berretti verdi dell'esercito degli Stati Uniti, bensì sportivo, ma sono ugualmente un "corpo" d'avanguardia, una eccellenza calcistica che ha saputo conquistare lo scudetto della categoria Under 20 della Lega Pro.

Il titolo di campione d′Italia che la squadra Berretti di Marco Nappi si è aggiudicata sabato scorso a Prato è il punto di arrivo di una stagione iniziata non bene, ma poi ripresa alla grande, in cui dei giovani calciatori sono cresciuti attorno al loro tecnico, fino a diventare una vera squadra, in grado di sconfiggere in finale il Renate e salire alla ribalta nazionale.

La ribalta rappresenta il giusto premio di visibilità per questi ragazzi e per il loro tecnico. Hanno vinto il secondo campionato giovanile più importante d'Italia, dopo quello Primavera, e questa è un'impresa. Hanno rinverdito il successo che oltre mezzo secolo fa gli Juniores amaranto di Dino Bonsanti colsero a Pesaro sul Rimini e hanno regalato al Livorno il secondo tricolore giovanile della sua più che centenaria storia.

Insomma, Nappi ed i suoi ragazzi hanno fatto l'impresa. Un'impresa il cui merito va ascritto, in primis, proprio all'allenatore, scelto lo sorso anno da Aldo Spinelli in persona, un allenatore che ha saputo crederci anche nei momenti peggiori, anche quando la squadra era penultima, trasmettendo ai ragazzi fiducia e speranza. E loro, seguendolo, sono arrivati fino a Prato e poi fino alla vittoria. Non va infatti dimenticato ne' sottovalutato che in campo a lottare e vincere sono scesi loro, giovani affamati di successo, molti dei quali hanno dimostrato di avere qualità e potenzialità.

Dietro a questi ragazzi, tuttavia, c'è un contorno, o meglio una struttura organizzativa, che può essere definita di prim'ordine. L'intero settore giovanile, diretto da Alex Doga, è un fiore all'occhiello. Questo è innegabile. Ed è da qui che, con o senza Spinelli nel caso in cui il patron dovesse cedere il club, occorre ripartire.

Quando si dice che da qui occorre ripartire, sia chiaro, non si intende affatto invocare l'utilizzo in massa di questi ragazzi nella Prima squadra della prossima stagione. Questo sarebbe sciocco. Quando si dice che bisogna ripartire da qui, cioé dai giovani scudettati, in realtà, si vuol ricordare che, proprio adesso, bisogna incentivare ed investire ancora di più nel settore giovanile, che a Livorno, al di là dello scudetto della Berretti di quest'anno, regala da anni soddisfazioni e speranze nelle diverse categorie.

Per una società di medio livello come è il Livorno, il settore giovanile rappresenta e deve rappresentare la linfa vitale. I giovani del vivaio, come si diceva una volta, sono la ricchezza primaria, la materia prima che garantisce ossigeno utile a rimanere in piedi in un calcio sempre più complesso e in mano ai grandi club. A partire da un buon settore giovanile può essere costruito tutto il resto. E in questo "resto" vi sono anche gli eventuali successi che, in prospettiva, può ottenere la Prima squadra. Il concetto è semplice ma anche concreto. Il calcio, d'altronde, è un gioco semplice e concreto.