Play off '89, un ex dirigente e un ex magistrato accusano Milano

01.11.2014 21:58 di  Lorenzo Corradi   vedi letture
Play off '89, un ex dirigente e un ex magistrato accusano Milano

Livorno - Venticinque anni da quel 27 maggio 1989, quando per neanche un'ora la Libertas Livorno si ritrovò campione d'Italia. Un quarto di secolo da quel canestro (con annesso fallo di Meneghin) di Andrea Forti per il purtroppo provvisorio 87-86 livornese. Un evento che non sarà mai cancellato dalla mente dei tifosi giallo-blu, i quali ebbero la sensazione che i palazzi sportivi e non, quelli che contano, avessero molto a cuore la sorte dell'Olimpia Milano. Nonostante tutti questi anni, c'è chi ha ancora la voglia di toglersi dei sassolini dalle scarpe. A farlo l'ex magistrato Pierfrancesco Casula nel suo libro "LGM, Lessico Giudiziario Minore" e, sulle colonne dell'edizione pesarese del Resto del Carlino, Guido Carlo Gatti, all'epoca general manager della Scavolini Pesaro. C'entra la squadra marchigiana (tra l'altro campione nazionale in carica all'epoca dei fatti), perché in semifinale venne battuta proprio da Milano in due partite, solo che gara-1, disputata a Pesaro vide il risultato ribaltato. Il campo disse 91-78 per la Victoria, ma ci fu un episodio: dagli spalti una monetina colse in testa Dino Meneghin, il quale venne portato all'ospedale per accertamenti nonostante la sua volontà di riprendere a giocare. Fino ad oggi le cronache ci hanno raccontato che i giudici della Federazione Italiana Pallacanestro accolsero il ricorso dell'Olimpia Milano e decretarono la vittoria delle scarpette rosse per 2-0 a tavolino. L'allora squadra di Casalini vinse gara-2 al Pala Trussardi volando in finale contro Livorno. Oggi, grazie al libro del magistrato in pensione, apprendiamo un retroscena: la decisione dei giudici all'inizio fu ben altra. All'unanimità era stato deciso il rigetto del ricorso e l'omologazione della vittoria pesarese; fu fatto di sera e per questo fu deciso di ratificare la cosa l'indomani mattina. Dalla sera alla mattina tutto cambiò e lo spiega bene Gatti: il presidente della commissione convocato in un non precisato ministero a Roma e che si presenta di nuovo davanti ai colleghi annunciando di avere cambiato idea. Gatti fa i nomi di chi avrebbe influenzato il dietrofront: Carlo Tognoli e Paolo Pillitteri, esponenti del Partito Socialista, non escludendo un coinvolgimento di altri elementi di spicco del Psi. Il motivo? Per l'ex dirigente pesarese salvare l'Olimpia da una cattiva situazione finanziaria che, in caso di mancata conquista del tricolore, avrebbe potuto portare al fallimento del sodalizio. Ancora Gatti afferma che un altro elemento che comportò il rovesciamento della decisione, fu il non "contraddire" il Coni che in quel momento portava avanti la linea della responsabilità oggettiva nel calcio, con la società ospitante ritenuta responsabile dell'incolumità di quella ospitata. Chiosa, poi, con un pensiero personale molto forte: "Sono convinto che la monetina venne lanciata dai milanesi". Insomma, non solo lo scippo ai danni della Libertas, Milano quella finale non avrebbe dovuto giocarla o quantomeno sudarsela fino alla "bella" a Pesaro. Forse l'Olimpia avrebbe vinto lo stesso e affrontato comunque Livorno, ma certamente è stato fatto in modo che al libro dei play-off 1988/89 mancasse un capitolo fondamentale.